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A costruire la trappola per far fuori Agnelli dalla Juventus è stata una donna: Suzanne Heywood

Su La Verità. Amministratrice del club, è da pochi mesi il braccio armato di Elkann. Ha trascinato con sé le altre amministratrici del cda 

A costruire la trappola per far fuori Agnelli dalla Juventus è stata una donna: Suzanne Heywood
(FILES) In this file photo taken on August 24, 2019 Juventus FC chairman, Andrea Agnelli reacts during the Italian Serie A football match Parma vs Juventus at the Ennio-Tardini stadium in Parma. - The entire board of directors at Juventus has resigned, including president Andrea Agnelli and vice president Pavel Nedved, the Italian Serie A club said in a statement on November 28, 2022. (Photo by Marco Bertorello / AFP)

A costruire la trappola per far fuori Agnelli dalla Juventus è stata una donna: Suzanne Heywood, managing director di Exor e presidente di Cnh Industrial Nv. Lo racconta La Verità, in un pezzo di Gigi Moncalvo in cui ricostruisce il cda della Juventus ed il ruolo delle donne, appunto.

A guidare le operazioni è stata una donna. Si chiama Suzanne Heywood, è managing director di Exor e presidente di Cnh Industrial Nv. È la nuova luce delle pupille di John Elkann. Sul sito della Juventus è indicata come «amministratore» (…) del club. In realtà da pochi mesi è il braccio armato di Jaky e plenipotenziaria per gli affari anche della Juve, che ormai era diventato un ex-assett.

Ex Mc-Kinsey, è anche membro del cda dell’Economist (di cui Elkann è editore).

È stata lei a costruire la trappola in cui è caduto Andrea Agnelli. Diciamolo subito: l’ex presidente della Juve non si è dimesso, è stato «dimesso», lo hanno costretto ad andarsene, si è trovato in minoranza nel consiglio (si parla di sei voti contro, un indeciso a tutto, Pavel Nedved, e solo due a favore, lo stesso Agnelli e il suo fedele Francesco Roncaglio). Secondo una ricostruzione di buona fonte, l’ex presidente della Juve si era presentato pieno di certezze e sicuro di sfangarla un’altra volta. Contava sul fatto che il cugino John Elkann – il vero proprietario della Juve -, non volesse affondare il colpo decisivo. Si basava su questa errata convinzione: «Fino a che non sarà terminata l’inchiesta della Procura della Repubblica, Jaki non avrà il coraggio di farmi fuori: sarebbe ingiusto e di cattivo gusto colpevolizzarmi e non credere nella mia innocenza fino a prova contraria e fino all’eventuale rinvio a giudizio o all’esito dell’eventuale processo. Sarebbe una sorta di dichiarazione di colpevolezza ancor prima del termine delle indagini».

Invece il cugino non ha avuto esitazioni. Andrea proprio non se lo aspettava.

Possibile che Andrea non avesse capito che era riuscito ad accentrare e fare suo il settore tecnico-sportivo della Juve ma aveva consentito a John di avere in pugno la maggioranza del cda (almeno quattro membri su nove e altri due pronti a saltare sul suo carro) visto che è lui, attraverso la Exor, ad aver aperto e ad aprire il portafoglio ormai da cinque anni a questa parte? 

E invece, racconta Moncalvo, dirette da Suzanne Heywood (con la regia di Elkann), una dopo l’altra Daniela Marilungo, Assia Grazioli Venier e Caitlin Mary Hughes hanno invertito la direzione del cda e della Juventus.

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