La direttrice al Corsport: «Tutti la prendono sul personale. È difficile accettare il cambiamento. Abbiamo pochissimi giovani. I giovani creano mentalità e voglia di fare»
Rai Sport la numero uno Alessandra De Stefano intervistata anche dal Corriere dello Sport oltre che da Libero. Vale la pena riprendere qualche risposta essendo lei una che spesso dribbla la banalità. (Qui il palinsesto Rai per i Mondiali)
Alessandra De Stefano, lei è direttore, direttora o direttrice di Rai Sport?
«Direttore va benissimo. Figuriamoci se m’interessano queste cose».
A qualcuno interessano ed è giusto chiedere. In fondo, lei è la prima donna a occupare quel posto. Ma capiamo che sia concentrata su altro.
«Quando seguivo il ciclismo, non c’erano ragazze al traguardo delle corse. Ora è pieno. La storia va avanti. Spero soltanto che il secondo anno di direzione non somigli al primo».
Compiuto proprio due giorni fa. Perché non le è piaciuto?
«Dire un no è faticosissimo. Tutti la prendono sul personale. Dici no e diventi cattivo. Pazienza. È difficile accettare il cambiamento e pure il tentativo del cambiamento».
Che cosa andava cambiato a Rai Sport?
«Abbiamo pochissimi giovani. I giovani creano mentalità e voglia di fare. Poi ci sono gli eterni giovani come Donatella Scarnati, che va fermata altrimenti va di persona alle conferenze stampa. Inoltre abbiamo un problema di risorse, di proposte, di identità».
I diritti umani, le vittime nei cantieri, l’informazione edulcorata: non è un Mondiale allegro.
«Trovo sterili queste polemiche. Ipocrite, addirittura. Che senso ha lamentarsi qui e ora? Non si doveva assegnare il Mondiale al Qatar. Adesso il torneo c’è e non possiamo fingere il contrario. E la gente il calcio lo guarderà. Ne sono certa, visto che un’amichevole dell’Italia ha sfiorato il 22% di ascolti».
A LIBERO HA DETTO:
Fiorello sostiene che la Rai non dovrebbe coprire un evento legato a un Paese che viola i diritti umani. Cosa ne pensa?
«Onestamente trovo sia ipocrita fare oggi questo discorso e lo dico riferendomi non solo a Fiorello ma in generale: questi Mondiali sono stati assegnati nel 2010 e nessuno polemizzò all’epoca. A mio avviso la Rai ha fatto un grande gesto di generosità nel garantire che un evento come questo fosse alla portata di tutti, gratuitamente. Tra l’altro mi chiedo: se l’Italia si fosse qualificata, avremmo comunque avuto queste polemiche?».
A dicembre 2021 ha dichiarato: «Mi sono data un anno per cambiare qualcosa». L’anno è passato: cosa è riuscita a innovare?
«Credo di aver rinfrescato un po’ l’immagine dello sport. Abbiamo cambiato per esempio il soggetto grafico, qualche trasmissione e il modo di raccontare le varie discipline. Ho anche introdotto corsi di formazione, di dizione e di inglese. È difficile cambiare uno stile di lavoro ma ho cercato di fare delle scelte, sempre e solo in funzione del merito. Inoltre abbiamo valorizzato anche le altre discipline proponendo i Mondiali di Pallavolo in prima serata, poi il tennis…».