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Cordoba: «Con i recuperi extra-large, i Mondiali stanno cambiando il calcio»

Alla Gazzetta: «Non si gioca più 90 minuti ma 105 o 110. Va cambiata la preparazione fisica». Ha un ristorante colombiano a Milano

Cordoba: «Con i recuperi extra-large, i Mondiali stanno cambiando il calcio»
Db Milano 06/12/2019 - campionato di calcio serie A / Inter-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ivan Ramiro Cordoba

Ivan Ramiro Cordoba, ex difensore dell’Inter, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport su molti temi tra cui un commento sui i Mondiali in Qatar. Il difensore colombiano prevede che ci saranno cambiamenti, dichiarando:

«È un calcio nuovo, con le questioni dei lunghi recuperi e del tempo effettivo. Mi sembra in generale che i migliori risultati li raggiungano le squadre che riescono a essere più atletiche, fisiche e intense. Un po’ come in Europa quando si gioca contro le inglesi. Poi ci sono squadre che hanno enormi qualità come il Brasile o la Francia, ma questo Mondiale farà comunque la storia: ci sarà un calcio pre-Qatar e uno post-Qatar.

Allenamenti e preparazioni dovranno essere totalmente diversi, perché con il tempo effettivo non lavori più sui 90 minuti ma sui 105 o 110. Spero di no, ma ci sarà anche un maggiore rischio di infortuni per i calciatori impegnati al Mondiale. Stanno spendendo tantissime energie giocandosi il tutto per tutto per il 30% del tempo in più di quanto previsto».

Secondo Cordoba il calcio si adatterà alle novità che porta la Coppa del Mondo qatariota e questo porterà una rivoluzione. L’introduzione del recupero extra large è stata già affossata dalla Premier e le altre leghe non sono molto in linea con le nuove disposizioni.

Il difensore da quando ha smesso di giocare si è dato alla ristorazione ed ha aperto il Mitù. Il ristorante è il primo colombiano a Milano dove l’ex nerazzurro spiega la sua idea:

«Dopo essere stati qua tanti anni, io e mia moglie ci siamo chiesti: perché c’è il ristorante argentino, il messicano, il peruviano e non il colombiano? Nel nostro Paese abbiamo tanti frutti e molte verdure e ora che c’è anche un tema di sostenibilità e di cibo salutare… Poi, la Colombia è anche foresta e natura: a Mitù non ti siedi e mangi soltanto, l’esperienza va oltre il cibo. La nostra idea è che quando qualcuno entra viene trasportato in Colombia, in un posto diverso rispetto all’istante precedente. Con umiltà, poi, sappiamo che possiamo offrire qualcosa di diverso in un Paese dove il palato delle persone è di livello altissimo. E se riusciamo a farlo bene a Milano, ci apre il mondo…».

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