Alla Gazzetta: «Juve e Milan possono approfittarne. Leao? Ha un potenziale enorme ma non mi dà l’impressione di essere spietato».
La Gazzetta dello Sport intervista Marcel Desailly, ex di Marsiglia, Chelsea e Milan. Con la Francia ha vinto il Mondiale ‘98 e l’Europeo 2000. Parla del Milan di Pioli.
«Mi piace il mix tra giovani ed esperti. Va bene vincere lo scudetto ma la cosa più difficile è consolidarsi. Qui si vede che si stanno ricreando le basi degli anni Ottanta e Novanta, quando era il club migliore al mondo. Il Milan è di nuovo vivo».
C’è qualcosa di Henry in Leao? Desailly invita alla calma.
«Calma, qui si parla di Henry. A me sembra che Leao sia diventato una star ancora prima di diventare una star. Ha un potenziale enorme ma non mi dà l’impressione di essere spietato. Thierry e Zizou volevano essere i migliori, io chiedo a Leao di forgiare il suo carattere: al momento il paragone non ci sta».
A Desailly viene chiesto se il campionato lo vincerà il Napoli. Risponde:
«Amo la loro energia ma dubito che possano tenere psicologicamente fino alla fine. Non hanno la rosa per reggere. Juve e Milan possono approfittarne».
Chi tra Kvara, Vlahovic e Lautaro può diventare un campione?
«Lautaro può farlo. A me piace molto Vlahovic ma vuole davvero diventare il migliore? Mbappé e Haaland mostrano di sì, mentre Vlahovic per intensità sembra un tono sotto. Nonostante questo, ha testa, piede e il talento per essere un Van Basten della sua epoca».
Dà per favorito il Brasile, al Mondiale, ma il miglior giocatore per lui potrà essere Mbappé.
«Penso che il migliore possa essere Mbappé: è una bomba atomica».
Come finirebbe tra questa Francia e quella del ’98?
«Ah, nel ‘98 avevamo Zidane! La ciliegina sulla torta. Mbappé però nel tempo può addirittura sorpassarlo, anche se Zizou aveva un savoir fair con la palla magico».
I preferiti di Desailly sono De Bruyne, Mbappé e Neymar ma dice di apprezzare anche la generazione di giovani emergenti.
«Mi piace questa generazione spensierata alla Foden. Ci sono grandi talenti come Tchouameni, Son. Io amo il calcio moderno. Al contrario di molti miei coetanei, penso che tecnicamente la nuova generazione sia qualcosa di diverso».