Una di quelle partite che negli anni scorsi non avremmo mai vinto. Un rigore così così battuto così cosi. Perché è così che si vince
L’anno buono
Il Napoli vince una di quelle partite che di solito vengono cerchiate di rosso sul calendario. Non nel senso attribuito al circoletto rosso da Rino Tommasi e Gianni Clerici, che lo disegnavano quando assistevano a un punto particolarmente bello. Ma perché è una di quelle vittorie che non conduci mai in porto nelle stagioni “normali”. Il Napoli riesce a battere l’Empoli recentissima bestia nera. Lo fa col punteggio di 2-0. Su calcio di rigore, diciamocelo un rigore che a occhi meno innamorati potrebbe sembrare un rigorino.
Rigore che peraltro Lozano tira maluccio, a incrociare, non molto forte. Il portiere Vicario – specialista nel parare i rigori – ci arriva ma il pallone lo buca stesso, si arrampica sul suo corpo e finisce in porta. È il minuto 69. Il Napoli mette le mani sulla dodicesima vittoria in campionato, 38 punti in 14 partite. Al momento la media è di 103 punti. È la decima vittoria consecutiva in campionato. Una di quelle serate che fanno capire agli avversari che c’è ben poco da fare. Almeno fin qui il Napoli non è contendibile. Se poi vince anche in serate come questa, beh un po’ di sconforto ti viene.
Della partita non c’è granché da raccontare. Spalletti deve fare a meno ancora una volta di Kvaratskhelia alle prese con una fastidiosa lombalgia (le conseguenze del classico colpo della strega). Il georgiano si vede in tribuna. Torna Raspadori che fa parte del tridente con Osimhen e Politano. In mediana Ndombele al posto di Zielinski e in difesa Ostigard per Juan Jesus e Mario Rui preferito a Olivera.
Il Napoli ne giocherà sempre più di partite così. Le partite della squadra in fuga che ovviamente deve giocare contro avversari che danno il massimo per fare notizia. Ma il Napoli di quest’anno non sembra soffrire cali di tensione, né tantomeno ha problemi di vertigine. È una squadra molto forte sia tecnicamente sia tatticamente ma osiamo dire che l’aspetto in cui eccelle è quello mentale: una novità assoluta per l’era De Laurentiis caratterizzata da tonfi tanto improvvisi quanto rumorosi.
Il Napoli crea poco, non è il solito Napoli. La prima vera occasione solo nel finale di tempo con Raspadori sfiora il gol. Il Napoli prova sempre a fare la partita ma non è facile. L’Empoli si chiude bene e prova sempre a ripartire palla a terra. Nella ripresa non c’è un vero e proprio cambio di passo. Poi, un pallone vagante in area, Osimhen sorprende Parisi che gli frana addosso. L’arbitro fischia il rigore. Lozano convince Elmas a farglielo tirare. E il Napoli sente la febbre a 38. C’è anche il tempo per il raddoppio: Zielinski di controbalzo di sinistro su cross di Lozano. Lozano e Zielinski i due calciatori (con Elmas) entrati nel secondo tempo. Sulla rosa non ci dilunghiamo.
Non si può vincere sempre col futbol bailado. Sono queste le partite che segnano la differenza. È presto, è molto presto. Ma il Napoli stasera ha evitato una trappola che gli anni scorsi avrebbe beccato in pieno.
Do you know anno buono?