È considerato il responsabile della ininfluente sconfitta di Anfield, eppure è complicato pensare che sul gol di Salah abbia fatto una papera
Che Alex Meret fosse l’ennesimo capro espiatorio di quella parte della tifoseria del Napoli in preda ad un disturbo evidente della personalità era, in tutta franchezza, un fatto abbastanza chiaro anche prima della partita di stasera ad Anfield Road. Prima del buon friulano, d’altronde, a Napoli negli ultimi anni sono passati diversi calciatori e allenatori oggettivamente validi eppure invisi al palato degli autoproclamatisi tifosi più caldi del mondo. Da Benitez a Milik passando per lo stesso Higuaìn (che per togliersi di dosso la nominata ha dovuto fare 36 gol in 35 partite di campionato) e per un certo Carlo Ancelotti, l’elenco potrebbe essere davvero lungo.
Veniamo al dunque: sui social, nei gruppi, negli sfogatoi dei nostri tempi – complice un’analisi facilona di Di Canio nel salottino di Sky – è cominciato il solito (allucinante) tiro al bersaglio verso Meret. Il portiere del Napoli è sostanzialmente accusato di avere delle responsabilità su entrambi i gol-contentino concessi al Liverpool nel finale di partita, in realtà abbastanza simili. Ovviamente l’episodio più contestato è quello del primo gol, visto che il secondo è stato segnato praticamente a tempo scaduto.
A riguardare i video (potete trovarli sul Napolista) viene invece francamente piuttosto complicato pensare che Meret potesse fare di più. Parliamo di due potenti colpi di testa stoccati a ridosso dell’area piccola, più o meno a cinque metri dallo specchio della porta. Si tratta di vere e proprie schiacciate ben indirizzate, ad un’altezza tale da mettere il portiere nella condizione di non poter smanacciare il pallone indirizzandolo fuori. L’estremo difensore azzurro, se si fa attenzione alle immagini, fa quel che può. Forse fa perfino di più. Di certo c’è che non si può assolutamente parlare di papera. Si potrebbe, al massimo, ipotizzare che la responsabilità sia di chi ha permesso ai calciatori del Liverpool di saltare indisturbati, se proprio bisogna dare la colpa a qualcuno (è quanto peraltro si evince dalle dichiarazioni del portiere stesso). Ma sarebbe – a risultato acquisito – ai limiti dell’ineleganza.
Quel che fa riflettere è la quantità di bile vomitata sul friulano, che sarebbe stata eccessiva perfino se la papera ci fosse effettivamente stata. «È inadeguato», «è l’anello debole della squadra», «è un invertebrato». Come a volersi prendere una specie di rivincita dopo aver sbagliato tutte le previsioni sulla forza del Napoli di quest’anno, che gli stessi che non aspettano altro che un errore di Alex dipingevano quale squadra in dismissione. Come a voler rivendicare una sorta di vittoria di Pirro di quelli che «il mercato sarebbe stato sufficiente se fosse almeno stato preso Navas». Ma sotto non c’è nessuna vittoria, nemmeno di Pirro.
Che poi sul valore del portiere, intendiamoci, ognuno può pensarla come vuole. Viva la libertà, poi parla il campo. Ma far discendere dall’episodio di stasera un giudizio di valore sul calciatore vuol dire semplicemente essere poco onesti dal punto di vista intellettuale.
Il dato, bando alle ciance, è che Alex Meret ha portato a casa il pane anche ad Anfield. E ha impreziosito la prestazione con una straordinaria parata su Salah – anche se inutile ai fini del risultato, perché l’attaccante egiziano era in fuorigioco. Anche stasera, Meret ha fatto quel che fa da inizio stagione (la partita col Milan è già dimenticata?). Ed è tutta farina del suo sacco, visto che per tutta l’estate non è stato tutelato. Né dalla società, né dal tecnico. Non è che dunque ad essere «inadeguato» è chi si rende protagonista di questa disgustosa caccia all’uomo?