Una pagina dedicata alla mestizia azzurra. Per infierire il giornale spagnolo poi chiede a Sacchi e Zoff: “La gente non è tanto coinvolta”
Mentre il mondo intero, quello che tra poco si trasferirà in Qatar, si parla addosso, pubblicando guide su guide al torneo, c’è un posto che fa finta di nulla. Che alla festa non ci va, e non ha neppure il potere di farla fallire. E’ l’Italia, quel posto. E giustamente El Paìs indugia sulla Nazionale che per non pensarci gioca un’amichevole con l’Albania. La sua assenza è a suo modo una presenza. Ci si nota di più se non andiamo, per dirla alla Moretti.
Daniel Verdù ricorda l’eliminazione contro la Macedonia, che fu come “una catastrofe naturale, inspiegabile. Un enorme crack nella storia del calcio nazionale che, indirettamente, pagherà un’intera generazione”. Italiani senza vedere un Mondiale per 12 anni. E richiama il “paradosso” di una squadra campione d’Europa che fallisce la qualificazione. Un titolo vinto “lo stesso anno in cui il paese aveva vinto l’Eurovision, che ha ricevuto la maggior quantità di fondi dell’UE”. Il successo “è durato finché durano questo genere di cose in Italia”.
El Paìs scrive che “La realtà per strada, due anni dopo, è meno esagerata di quanto si possa pensare. E la maggior parte vive questi giorni con una certa indifferenza. Contribuisce alla terapia collettiva che il trofeo sia celebrato nel mese di novembre e che il suo ospite sia così discusso“. E se proprio dobbiamo accorgercene, “quando non c’è altra scelta, è probabile che si tifi per qualsiasi squadra che affronti la Francia”.
“Il vero dramma, però, si svolge nel silenzio e si ripercuote direttamente sulla memoria di un’intera generazione di bambini e adolescenti che vivranno senza ricordi dei Mondiali”. “Ho visto l’Italia giocare un Mondiale”, si può dire con una certa superiorità morale a quegli indifesi dodicenni.
El Paìs, poi, per infierire cita Arrigo Sacchi: “Purtroppo, questo paese che ha illuminato il mondo fin dai tempi dei romani, sta svanendo. Abbiamo perso poeti, scrittori, pittori… Oggi cerchiamo solo di vincere per vincere. Ma senza i valori che ci hanno portato qui”.
E come colpo di grazia Dino Zoff, il quale ricorda che quando nel 1974 gli Azzurri furono esclusi dal Mondiale in Germania al primo turno nel girone che comprendeva Polonia e Argentina se la videro malissimo. Oggi invece “il pubblico forse non è così coinvolto. Ai miei tempi era più dura. Quando tornammo in Italia noi, la polizia dovette venire a scortarci. Oggi alla gente non importa”.