A Canal Plus. Attacca Mbappé perché vuol essere più grande della società. «Oggi parlano i genitori dei giocatori, ma chi vi credete di essere?»
Zlatan Ibrahimovic nelle sue interviste non è mai banale, una vera manna per i giornali, e d’altronde in quest’ultimo periodo di inattività questo è il solo modo che ha per far parlare di lui.
In un’intervista all’emittente francese Canal+, Ibra se la prende con un suo vecchio nemico, Pep Guardiola, suo allenatore ai tempi, a dir il vero poco felici, del Barcellona.
Haaland mi piace moltissimo, è un giocatore molto intelligente, non fa cose che non sono alla sua portata, non scende a giocar palla, aspetta davanti alla porta e segna. Mi ricorda giocatori come Inzaghi, Trezeguet e Vieri. È una sorta di “nuova versione” di tutti e tre: se Guardiola riuscirà a farlo migliorare? Dipende dall’ego di Guardiola: se lo lascia diventare più grande di lui o no. Perché a me non ha permesso a me di migliorare? A me come agli altri: perché non è capitato solo a me, ma a molti altri.
Come sempre, “parole al miele” per Guardiola, da parte dello svedese. Anche se Halland sembra più funzionale e adattabile al gioco del catalano. Quando si è giovani evidentemente si è più pronti ad accettare i consigli, come fece Ibrahimovic con Capello, per esempio. Lo svedese sicuramente approdò al Barca “già grande” e da subito apparve fuori contesto. Un solista in un’orchestra ben collaudata, avrebbe detto Arrigo Sacchi.
Ibrahimovic, nell’intervista è apparso scatenato, se l’è presa con i giornalisti francesi, ha parlato di Benzema e ha elogiato il suo compagno di squadra Giroud:
“Giroud dovrebbe essere convocato in Nazionale perché è un vincente e una persona seria: non è uno che fa 40 goal all’anno, ma offre alla squadra qualcosa che poche persone sanno dare, gioca per tutti. Benzema? Ora che è Pallone d’Oro, i giornalisti cosa dicono… Cosa dicono ora? Baciano il c**o a Benzema: non ho paura di dire tutto ciò, perché quando negli studi televisivi, durante i Mondiali, mi hanno chiesto di Karim e ho detto che meritava di essere in Russia, mi hanno attaccato perché la Francia aveva vinto la Coppa del Mondo. Adesso che ha vinto il Pallone d’Oro, cosa dicono i media francesi?“.
Non contento, il centravanti del Milan ha attaccato Mbappè definendolo un bambino:
“Se Mbappé ha fatto la cosa giusta rimanendo a Parigi? Per chi, per se stesso? No. Per Parigi? Sì. Ha preso la scelta giusta per Parigi, non per se stesso, perché si è messo nella posizione in cui è più importante del club, e il club gli ha dato le chiavi di tutto. Non sei mai più grande della tua società, ma quando un bambino diventa forte può facilmente produrre introiti: quindi i suoi genitori diventano avvocati, agenti, allenatori. È questo il problema: e quando succede perdi il controllo della tua persona e la tua identità. Con questa nuova generazione i genitori pensano di essere diventati delle star, parlano anche sui giornali: ma chi vi credete di essere? Sta al figlio lavorare ed essere disciplinato. Mbappé come persona non lo conosco troppo bene. Come giocatore è fantastico. Ma quando perdi l’autodisciplina perdi la tua identità… C’è un motivo per cui Zidane è Zidane. Mbappé vuole imitarlo? Allora inizi a progredire, a non accontentarsi”.
Insomma, a Ibra non piacciono i giocatori poco umili. Parafrasando i vecchi western: “Questo villaggio è troppo piccolo per due o più ego troppo grandi…”.