Da San Marino a Craiova e quindi alla Steaua dove ha segnato anche il primo gol europeo, contro l’Anderlecht
Andrea Compagno
Noi italiani, si sa, siamo ovunque. In fila nella metro di Shanghai, in spiaggia ad Acapulco, a fotografare il Taj Mahal, a servire ai tavoli di un ristorante berlinese, a cucinare in un bistrot transalpino: ovunque uno si trovi, ad un certo punto si sentirà un accento conosciuto e irripetibile o lo riconoscerà dalla gestualità o dal sorriso. “Uno di noi è qui, sono a casa.” Spesso, poi, il nostro estro, il talento che l’italico ha innatamente in sé, emerge e viene apprezzato. Se non è così, è solo invidia. Navigatori, poeti, pittori e, da un secolo abbondante, calciatori.
Uno di questi ultimi, un lungagnone di quasi due metri, è finito a calcare i campi della periferia romanza dell’Europa orientale. Scorrendo la classifica marcatori della prima divisione rumena, inaspettatamente – ma in realtà no – si trova quella voce familiare che ti fa sorridere in metro, al ristorante o in spiaggia e che ti fa esclamare tra te e te: “Pure qua?”. A quota 11 reti, infatti, il capocannoniere è Andrea Compagno, ragazzo palermitano classe ’96. Come quella di quei navigatori che il mondo ci invidia, la carriera di Compagno è un’avventura, una serie di treni pigliati senza un criterio, una concatenazione di occasioni colte che non sai dove porteranno, ma tanto il bello è il viaggio.
Andrea comincia a calciare i primi palloni a 10 anni nella squadra della sua città, nell’epoca del Palermo stellare zampariniano. Il primo treno in cui salta dentro con coraggio è la chiamata che arriva dagli acerrimi rivali isolani, dal Catania. Per 4 anni crescerà all’ombra dell’Etna, a osservare l’aeroplanino Montella in panca, Maxi Lopez, Izco, Lodi e compagni ottenere l’ennesima salvezza tranquilla di quegli anni. Nel 2015, non trovando spazio al Massimino, viene girato in prestito al Due Torri, società siciliana di Serie D con sede a Piraino, provincia di Messina. L’esperienza si esaurisce con un paio di gol in una quindicina di presenze.
Tornato a casa base, viene ceduto definitivamente al Pinerolo, un migliaio di chilometri più a nord e una decina di gradi di media in meno rispetto alla partenza. Annata abbastanza acerba quella piemontese, dal momento che la stagione 15/16 si chiude con un solo gol, ma tanto basta per ricevere la chiamata che non si può rifiutare: la Primavera del Torino. Con la maglia granata timbra il cartellino in 14 occasioni, 5 delle quali al torneo di Viareggio, realizzando solo 2 marcature. La scarsa prolificità lo relega nuovamente in D, prima all’Argentina di Arma di Taggia, poi completa il giro dell’antico Regno di Sardegna approdando alla Nuorese.
Che o Dio, o il destino o qualsiasi altra forza incontrollabile abbia per noi un disegno già pianificato, è appurato. Lo sa bene Enea, strappato dal fato alle braccia di Didone, per il piano di chissà chi impossibile da aggirare. Il cellulare di Andrea lo fa squillare il Tre Fiori, squadra di vertice sammarinese, che chi segue il calcio estivo ricorderà spesso spazzata via nei turni preliminari di Europa o Conference League. Da burattino in mano al destino, Compagno accetta la chiamata. L’aria del monte Titano fa bene al nostro puntero e fa sputare al nostro tutti quei gol rimasti in faretra negli anni precedenti: in due stagioni, 18/19 e 19/20, le reti sono 37 in 41 presenze, condite pure da 9 assist.
Nell’estate 2020 arriva un’altra telefonata inaspettata: è l’Università Craiova, piombata nella seconda divisione rumena, in cerca di immediato riscatto per tornare nel massimo campionato dell’antica Dacia. Ovviamente, perché ormai è chiaro che Compagno sia uno che vive sempre con lo zainetto in spalla, non dice di no. L’esperienza è così positiva – 61 gettoni, 26 reti e 5 primi abbracci ai compagni – che lo acquista la Steaua Bucarest. L’altro giovedì sera, a Bruxelles contro l’Anderlecht in Conference League, è arrivato il primo gol europeo con il glorioso club rumeno, una zuccata da attaccante navigato. Dall’alto del suo metro e 95 l’area è il suo regno, la testa la sua spada più affilata. Il 2 a 2 finale del match ha sancito la matematica eliminazione dell’FCSB, ma Andrea avrà in campionato abbondante pane per i suoi denti. La classifica cannonieri non si conquista da sola.
Da Palermo a Catania, da Pinerolo a Nuoro, dal Titano alla Romania, il nostro è un esploratore moderno, una pallina sul piano inclinato che prima o poi troverà pace dal suo peregrinare. Chissà che Bucarest possa diventare per Compagno la costa laziale di Enea, o le Indie Occidentali di Colombo, il compimento del proprio destino.