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Questo Napoli non era previsto, doveva sciogliersi come la neve a Toronto

L’Italia del pallone è scarsa, ha vinto un Europeo in maniera estemporanea, l’unica sua immagine vincente è firmata De Laurentiis

Questo Napoli non era previsto, doveva sciogliersi come la neve a Toronto
As Napoli 12/11/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Giovanni Di Lorenzo-Beto-Kim Min Jae

“La giusta comprensione di una cosa e la incomprensione della stessa cosa non si escludono.” La “sosta”, potrebbe essere il titolo di un romanzo mai letto di Kafka. Un sentiero inesplorato di bagarre mediatiche che, al netto delle esposizioni, suscitano talvolta ilarità altre volte ansie, Ma di cosa? Ragioniamo.

Mesi e mesi di Di Maria e Pogba, di prodigi belgi che evocano Crujiff e Kakà, di Dybala è meglio ‘e Pelé e si ritrovano increduli davanti ad un Napoli in cima a guardare sbadigliando le inseguitrici. Non era previsto, signori miei, non era programmato. Il Napoli doveva sciogliersi come la neve a Toronto, fustigarsi per l’addio di Koulibaly. Spalletti non è mica Mourinho, Kvara non è mica Leao. Osimhen poi che determina più di Vlahovic?

L’Italia è un paese vecchio, attaccato al secolo scorso, machiavellico per ispirazione ed è esportatore internazionale del culto al retropensiero. Il pensar male deve essere, ahimé, lecito. I fili vanno mossi, Napoli va tenuta a bada, insultata ogni santa domenica, e frenata. Poiché Napoli non si può scindere dal Napoli. Come freni una squadra che ha asfaltato l’Italia e l’Europa in pochi mesi? Con le chiacchiere, con le infiltrazioni di dubbi, con l’invocazione alla tradizione che vuole Milano-Torino l’unica tratta possibile per i viaggi al centro del pallone. Purtroppo però, chi muove i fili non sa tirare calci ed è per questo che noi i mondiali li vediamo dal divano. Il doping mediatico a cui siamo sottoposti da un decennio almeno, si sbriciola dinanzi alla realtà.

L’Italia del pallone è scarsa, ha vinto un Europeo in maniera estemporanea, l’unica sua immagine vincente è firmata De Laurentiis e questo è uno scotto troppo grande per chi è abituato a scrivere di big alle prese con buchi finanziari, fondi internazionali, calciomercato sbagliato. La sosta ha fermato il campionato ma non il tentativo di destabilizzare una piazza che finalmente ha imparato a gestire gli umori e ad amare in maniera prudente un sogno insieme a chi lo sta costruendo. Le chiacchiere stanno sempre a zero, aspettiamo gennaio riguardando, di tanto in tanto, Milan-Fiorentina ma senza cadere nella paura di non farcela ma serenamente per ricordare a chi scrive tesi kafkiane che quello, al massimo, è il segnale che stiamo facendo davvero paura. Con buona pace dei manipolatori di realtà. La sosta, il romanzo italiano sulla necessità di parlare a vanvera.

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