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In Qatar è derby napoletano: si sfidano Uruguay e Corea del Sud, Olivera contro Kim

Appuntamento alle 14. Sono entrambi debuttanti al Mondiale ma la storia di Kim in nazionale è più corposa: 44 presenze contro le 8 del compagno

In Qatar è derby napoletano: si sfidano Uruguay e Corea del Sud, Olivera contro Kim
Ci Napoli 12/10/2022 - Champions League / Napoli-Ajax / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Kim Min Jae

Al Mondiale in Qatar oggi va in scena un derby napoletano: Uruguay-Corea del Sud, ovvero i due calciatori del Napoli, Olivera e Kim da avversari. La partita è in programma alle 14.

Olivera ha debuttato in Nazionale dieci mesi fa, ricorda il Corriere dello Sport, il 27 gennaio. Il quotidiano sportivo scrive:

“Quasi coetanei, Olivera 25 anni e Kim 26, ma la differenza tra l’uruguaiano e il coreano in nazionale è tutta a favore del centrale diventato un idolo a Napoli: 8 presenze contro 44. Entrambi, però, saranno debuttanti oggi in un Mondiale, dal momento che Kim quattro anni fa dovette saltare la Russia per un infortunio. Ma ora è arrivato anche il suo momento”.

Kim ha parlato della partita di oggi, le sue dichiarazioni sono sul Guardian. Il difensore del Napoli guarda al suo passato, non facile. Proveniente da una piccola città sulla costa meridionale della Corea, Tongyeong, è stato convocato per la prima volta nella squadra under 17 della Corea del Sud nel 2012, ma per raggiungere la squadra ha dovuto fare un lungo viaggio fino al centro di calcio nazionale di Paju, dall’altra parte del Paese. Il Guardian racconta:

“Alcuni dei suoi compagni di squadra avrebbero viaggiato la sera prima e altri la mattina dell’incontro. È stato più difficile per Kim. I suoi genitori lavoravano 24 ore su 24 per gestire un piccolo ristorante di sushi a Tongyeong e portarlo a nord in orario sarebbe stata sempre una sfida”.

Ma il padre di Kim trovò la soluzione per consentire al figlio di esserci:

“Avrebbe combinato l’accompagnamento di Kim con un viaggio d’affari nel Mare Orientale e avrebbero preso il camion per il trasporto del pesce del ristorante. Significava partire nel cuore della notte perché la velocità massima del camion non era niente di entusiasmante e il viaggio sarebbe durato sette ore. Ma ce l’hanno fatta”.

Kim racconta:

«Il camion era davvero molto grande, circa 15-20 tonnellate. Aveva un serbatoio d’acqua dove potevano mettere il pesce fresco. Ricordo il giorno così chiaramente perché l’eccitazione era enorme. Mi è dispiaciuto solo che mio padre sia poi dovuto andare in un’altra città per portare del pesce. Era la mia prima convocazione in Nazionale, ero molto giovane ed ero un po’ timido e mi vergognavo ad arrivare così. Gli altri ragazzi sono arrivati ​​con macchine normali. Ma è stata una storia molto bella per me. Sono vicino a mio padre e questi sono i momenti che mi hanno reso quello che sono».

Kim ha raccontato anche altri aneddoti sul suo umile passato. Ad esempio che a scuola indossava gli stivali di seconda mano dei ragazzi più grandi perché i suoi genitori non potevano permettersene di nuovi. Ha detto che, quando ha abbandonato la Yonsei University al suo secondo anno per intraprendere la carriera di calciatore professionista, era impaziente di aiutare finanziariamente i suoi genitori.

Ciò che lo caratterizza è la stazza.

«Non è difficile riconoscermi per strada a Napoli».

E del suo soprannome, “il mostro”, dice:

«Mi piace molto. Riassume i miei attributi positivi come difensore».

Parla della partita con l’Uruguay.

«Non vedo l’ora di difendermi contro Darwin Núñez nella partita contro l’Uruguay. Il nostro obiettivo principale è superare la fase a gironi».

Per prepararsi all’appuntamento, Kim ha studiato le partite della Corea del Sud 2002, quando la nazionale centrò le semifinali, miglior risultato di sempre. Una di queste è quella contro il Portogallo vinta per 1-0, grazie al gol di Park Ji-sung.

«L’ho adorato davvero. Potevi vedere il desiderio negli occhi dei giocatori. Sono rimasto molto colpito dal modo in cui il difensore di fascia destra, Song Chong-gug, ha affrontato Luís Figo. Perché sono un difensore, quella era la parte su cui mi sono concentrato».

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