La lettera della Fifa per i Mondiali: «Nessun popolo, cultura o nazione è migliore dell’altro. Inclusione significa avere rispetto per quella diversità»
Sky News ha visto in esclusiva la lettera completa inviata a firma del presidente della FIFA, Gianni Infantino, e del segretario generale dell’organo di governo, Fatma Samoura, alle Federazioni che prenderanno parte al prossimo Mondiale in Qatar, chiedendogli di non prendere parte a conferenze sulla moralità e trascinare il calcio “in ogni battaglia ideologica o politica che esiste”.
L’avvicinamento a questo Mondiale è stato difficile e pieno di polemiche circa il trattamento dei lavoratori migranti sottopagati e delle leggi discriminatorie del Qatar riguardo le relazioni omosessuali, come ha testimoniato anche il video dei calciatori australiani.
Ma Infantino ha cercato di piegare in questa lettera che tutti saranno i benvenuti in Qatar “indipendentemente da origine, background, religione, genere, orientamento sessuale o nazionalità”.
Questi alcuni stralci della lettera ripostati da Sky Sports
“Sappiamo che il calcio non vive nel vuoto e siamo altrettanto consapevoli che ci sono molte sfide e difficoltà di natura politica in tutto il mondo.
“In Fifa cerchiamo di rispettare tutte le opinioni e le convinzioni, senza impartire lezioni morali al resto del mondo.
Infantino: “Uno dei grandi punti di forza del mondo è davvero la sua stessa diversità, e se inclusione significa qualcosa, significa avere rispetto per quella diversità. Nessun popolo, cultura o nazione è ‘migliore’ di un altro.
“Questo principio è la pietra angolare del rispetto reciproco e della non discriminazione. E questo è anche uno dei valori fondamentali del calcio. Quindi, per favore, ricordiamolo tutti e lasciamo che il calcio sia al centro della scena”.
Mesi fa scrivemmo: “Infantino si atteggiava per il lavoro che aveva dato ai migranti in Qatar, Amnesty gli chiede mezzo miliardo di danni”.
“Gli abbiamo dato l’opportunità di costruire i gli stadi, pensate che orgoglio… 600 morti? No, sono 3”. Così Gianni Infantino, a ridosso del 1 maggio, si atteggiava a “navigator” dei lavorati schiavi dei Mondiali in Qatar. Ora le associazioni umanitarie chiedono “almeno” 440 milioni di dollari Usa (circa 420 milioni di euro) di risarcimento alla FIFA per lo sfruttamento dei lavoratori migranti. Lo scrivono in una lettera aperta al presidente della Fifa diverse organizzazioni, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche l’organizzazione di tifosi Football Supporters Europe.
Le massicce violazioni dei diritti dei migranti in Qatar erano note già prima dell’assegnazione della Coppa del Mondo, ha affermato l’esperta di Amnesty Middle East Katja Müller-Fahlbusch. E inchieste come quella del Guardian hanno rilevato un mondo di soprusi, ricatti e sfruttamento di migliaia di persone. Secondo Amnesty, in Qatar vivono circa due milioni di lavoratori migranti. Provengono principalmente da paesi poveri come il Bangladesh, il Nepal o l’India. La maggior parte di loro lavora nei cantieri legati alla Coppa del Mondo.
L’importo richiesto è un “minimo”, si legge in una nota. Tuttavia, il totale “per salari non pagati, commissioni di agenzia estorsive e risarcimenti per lesioni e decessi potrebbe essere molto più alto”. Dovrebbe essere “determinato in un processo trasparente e credibile”.