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Iran, i calciatori rischiano rappresaglie se non canteranno l’inno contro il Galles

Il regime ha arrestato il calciatore Ghafouri, 35 anni, ex Nazionale, per le sue critiche alla Repubblica islamica

Iran, i calciatori rischiano rappresaglie se non canteranno l’inno contro il Galles
(FromL) Iran's midfielder #18 Ali Karimi, Iran's defender #19 Majid Hosseini and Iran's defender #02 Sadegh Moharrami listen to the national anthem ahead of the Qatar 2022 World Cup Group B football match between England and Iran at the Khalifa International Stadium in Doha on November 21, 2022. (Photo by Fadel Senna / AFP)

Brutte notizie dall’Iran. Le forze di polizia iraniane hanno arrestato oggi un ex calciatore della nazionale che aveva criticato il governo per la repressione delle proteste che da oltre due mesi hanno travolto la Repubblica islamica. Il suo nome è Voria Ghafouri che è stato allontanato dalla Nazionale per le sue critiche al regime. È stato arrestato dopo una sessione di allenamento con il suo club, il Foolad Khuzestan in Iran. La notizia la riporta anche il Daily Mail.

Ghafouri ha 35 anni. È accusato di aver “macchiato la reputazione della squadra nazionale e diffuso propaganda contro lo stato”, come riferisce l’agenzia di stampa Fars.

Ghafouri è stato anche accusato di sostenere i “rivoltosi”, termine che gli stati islamici utilizzano in riferimento ai manifestanti antigovernativi che hanno avviato le proteste dopo l’uccisione di Mahsa Amini morta lo scorso 16 settembre mentre era detenuta  dalla polizia iraniana.

La 22enne è morta tre giorni dopo il suo arresto a Teheran per presunta violazione del codice di abbigliamento islamico per le donne.

Ghafouri ha violentemente criticato il regime. Fin qui la repressione è costata la vita di almeno 400 persone.

Già nel 2019, Ghafouri era stato convocato dalle autorità iraniane dopo aver criticato la linea politica estera iraniana. Disse che le politiche del paese sul conflitto israelo-palestinese, Libano, Yemen e Siria stavano danneggiando gli iraniani.

Intanto i calciatori della Nazionale rischiano una punizione per la loro decisione – ritenuta offensiva – di non cantare l’inno nazionale prima della partita del Mondiale contro l’Inghilterra.

La squadra potrebbe affrontare rappresaglie se dovesse nuovamente rifiutarsi di cantare l’inno nazionale nelle restanti partite del Mondiale. Lo ha detto un politico iraniano. L’Iran giocherà venerdì contro il Galles.

Medhi Chamran, presidente del consiglio comunale di Teheran, ha avvertito che il paese “non permetterà mai a nessuno di insultare il nostro inno”, riferisce Il Guardian. “La civiltà iraniana ha una storia di diverse migliaia di anni, questa civiltà è vecchia quanto le civiltà europee e americane messe insieme”.

Un deputato conservatore in Kurdistan ha anche chiesto che la squadra di calcio iraniana sia sostituita da giovani fedeli disposti a cantare l’inno nazionale, riferisce sempre il Guardian.

I media iraniani hanno censurato la protesta, se n’è parlato pochissimo ma il giornale ultra-conservatore Kayhan ha criticato “alcuni giocatori” per essere rimasti in silenzio.

Durante la partita di calcio, i tifosi iraniani sugli spalti hanno cantato il nome di Amini, tenuto cartelli e indossato magliette con slogan di protesta e fischiato durante l’inno nazionale.

Un altro quotidiano della linea dura, Vatanemrooz, ha riferito che i manifestanti in Iran hanno celebrato l’umiliante sconfitta del loro paese nelle strade, esultando nei caffè quando l’Inghilterra ha segnato gol e suonato clacson di gioia dopo la partita.  Le autorità hanno chiuso un negozio di caffè nella città nord-orientale di Mashhad per aver annunciato che stava facendo il tifo per l’Inghilterra.

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