È passato in sei anni dallo spareggio salvezza agli ottavi di Champions (vincendo l’Europa League). Col supporto incondizionato della tifoseria
Che cos’è l’Eintracht Francoforte
Dallo spareggio salvezza agli ottavi di finale di Champions League in 6 anni. È il frutto del lavoro e delle scelte indovinate di un dipartimento sportivo che ha cambiato volti, ma ha mantenuto la stessa linea di pensiero. Di una squadra che ha cambiato allenatori e giocatori, ma mai la sua identità. Col supporto incondizionato di una tifoseria che trasmette qualcosa in più.
L’Eintracht Francoforte non è un miracolo e guai a definirlo tale: è una macchina dentro la quale lavorano molteplici ingranaggi ad ogni livello. Dai direttori Markus Krösche e Ben Manga, che puntando su Oliver Glasner in panchina hanno trovato quel salto di qualità, partendo dalla base lasciata dal duo Bobic-Hübner, che avevano puntato su Kovac e Hütter, scelte tutt’altro che scontate o facili. Avendo ragione.
Cedendo i migliori, costruendone di altri: via Haller e Jovic, sale in cattedra Kostic. Via Kostic, dentro Götze: in quanti ci avrebbero scommesso fisicamente? È uno dei primi in Bundesliga per km percorsi e gioca sempre. Un giocatore rigenerato. Kolo Muani: preso a zero, furto con scasso. Ndicka pescato in seconda serie francese, fatto maturare. Lindstrøm, Kamada… Andiamo avanti?
Ma non son solo i volti copertina: Timmy Chandler, ai margini della rosa, è il miglior uomo squadra, così come lo è stato in passato Gonçalo Paciência. Giocava pochissimo, è stato il più felice di tutti quando ha alzato l’Europa League con i suoi compagni. E cosa vuoi dire a capitan Sebastian Rode? 17 contrasti vinti in una partita che valeva una finale. L’ultima finale vera, invece, l’ha giocata con un turbante in testa per quasi 90′. La scorsa settimana a Lisbona la sua energia ha spinto il cambio di passo collettivo.
Non è quindi affatto un caso che l’Eintracht sia agli ottavi. La testa di serie se l’è meritata vincendo l’Europa League e se l’è tenuta stretta. Comunque andrà il prossimo turno, non sarà intaccato il percorso di crescita fatto fino a qui.
Se poi qualcuno si scandalizza che l’Eintracht (vi vediamo) sia agli ottavi di Champions e si limita a giudicare due partite viste per sbaglio o qualche risultato preso a caso, siamo molto dispiaciuti per voi, perché state perdendo l’occasione di approfondire una realtà che merita di esser conosciuta e approfondita.
(a cura di BundesItalia)