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Luigi De Laurentiis: «Se il Bari andasse in A, dovremmo vendere»

Il presidente del Bari: «È un’operazione imprenditoriale che ha i suoi rischi. Il Napoli ha la metà se non un terzo delle persone di altre società sportive»

Luigi De Laurentiis: «Se il Bari andasse in A, dovremmo vendere»
As Roma 25/07/2018 - presentazione calendari serie C 2019-2020 / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Luigi De Laurentiis

Luigi De Laurentiis, ospite di un webinar su Youtube, intervistato dall’avvocato Luca Favini, parla onestamente e senza filtri :

Purtroppo non si può fare molto, se il Bari dovesse andare in Serie A sarei costretto a vendere la squadra. Siamo sempre stati coscienti di ciò, la nostra missione è stata fin dall’inizio la ricostruzione di questo franchise calcistico. In attesa della fortunata stagione che ci porterà in Serie A, spero di riscontrare l’interesse di un gruppo che possa rilevare questa squadra nel momento giusto. Questa è un’operazione imprenditoriale che ha i suoi rischi, abbiamo iniziato da 0 come una vera start-up e arrivati in massima serie bisogna saper vendere“.

In un’epoca di ambiguità varie, almeno il figlio del presidente del Napoli parla chiaro: quella del Bari è un’operazione meramente e legittimamente finanziaria. Luigi De Laurentiis non pontifica in modo ipocrita tirando in ballo il cuore e i buoni sentimenti. I tifosi del Bari, almeno quelli razionali, dovrebbero apprezzare. Ma è un rischio, non c’è che dire. E la chiarezza non sempre paga.

E prosegue, entrando ancor più nel merito:

“Da tempo mio padre pensava di prelevare un’altra squadra, il Bari è arrivato per caso. Dopo il fallimento nel 2018, il sindaco Decaro ci ha contattati e lì è partita l’idea. Ci siamo resi conto che poteva essere un franchise sportivo importante grazie al suo grande bacino di utenza e una fan base molto attaccata alla squadra. Il Bari ha una storia sportiva importante e dei moltiplicatori economici che hanno reso interessante la piazza. Siamo saltati sul carro in corsa perché nell’anno in cui abbiamo preso la squadra hanno fortunatamente rinviato l’inizio del campionato e abbiamo messo in atto tutto nel giro di un mese in mezzo”. 

«Mio padre è stato bravissimo, è sempre cresciuto con un modus operandi di società snelle, spese generali basse, ha costruito con un insieme di risorse umane che potessero svolgere più mestieri. Il Napoli ha la metà se non un terzo delle persone, in alcune casi, di altre società sportive. È il lavoro dell’imprenditore in prima persona che può rendersi conto delle valorizzazioni che consentono di risparmiare denaro. Stesso metodo è stato applicato al Bari”. 

Insomma, le speranze del sindaco di Bari, Antonio Decaro, rischiano di rimanere pie illusioni.

 

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