Come faremo due mesi senza il Napoli di Spalletti? L’ovunquismo di Anguissa, la prima volta di Kim, le sportellate di Di Lorenzo
Le pagelle di Napoli-Udinese 3-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. L’ultimo quarto d’ora, Ilaria, deve essere stato un inferno per il giovane Meret, con la paura che sui compagni calassero di nuovo le tenebre dopo il micidiale uno-due dei bianconeri di Udine, su cui nulla poteva. Fino ad allora una sola parata decisiva, perdipiù a inizio partita. Bravo nelle uscite e nei rilanci – 6,5
Sesto minuto: il capolavoro di Meret. Novantaquattresimo: il capolavoro del Napoli – 6,5
DI LORENZO. Lo Sciamano ha fatto di questo Napule una cattedrale e il Capitano ne è ormai una sorta di altare laterale ma regale dove si celebra anche messa. Lo spallettismo ha trasformato l’Euroappuntato in una macchina che difende e costruisce a gittata continua. Oggi fa pure wrestling con Pereyra ed è salvifico al 50′ – 7
Quella chiusura al 50esimo ce l’ho ancora negli occhi, come quando, al 57′ l’ho visto fare a sportellate in area per difendere la nostra porta – 7
KIM. Ahinoi, oggi abbiamo scoperto che persino il Monaco guerriero e stacanovista è un essere umano che può sbagliare: facilita il secondo gol degli zebrati. A dire il vero qualche avvisaglia già c’era stata nel primo tempo quando Beto gli strappa la pelota. E comunque sempre viva Kim – 5
Al 39esimo immagina la traiettoria che prenderà la palla mossa dalle intenzioni dell’attaccante dell’Udinese, riesce a prevedere con esattezza quale porzione del campo occuperà e corre esattamente verso quel piccolo spicchio di verde per chiudere in maniera impeccabile qualsiasi margine di azione. Ora, Fabrizio, dopo tutto quello a cui ci ha abituati finora Kim, compresa la chiusura perfetta che ho descritto e dopo tutti gli svarioni che abbiamo dovuto sopportare da Koulibaly, che alternava prestazioni mostruose a errori marchiani, che cosa mai sarà una palla sanguinosa persa per fare un regalo all’Udinese? La mia mano si rifiuta di dare a questo mostro meno di sei – 6
JUAN JESUS. Una prestazione di limpida vigilanza ma quasi invisibile, se non fosse per l’ammonizione rimediata al 25′ per fermare gli avversari – 6
Se non fosse che i due gol dell’Udinese li abbiamo presi quando è uscito lui – 6,5
OSTIGARD dal 60′. Entra che è festa e si ritrova in un horror modello Halloween. Per fortuna il Norvegese Volante ha sempre testa – 6,5
Non ho avuto il tempo di guardarlo, ero impegnata a pregare, vado a fiducia – 6,5
OLIVERA. Con l’uruguagio mundial, la izquierda è un corpo a corpo perenne e vincente. Un modello anche per il moribondo Pd lettiano – 6,5
Meno proiettato in avanti rispetto al solito, resta concentrato sulla fase difensiva dove, finché resta in campo, Deulofeu gli crea qualche grattacapo – 6,5
MARIO RUI dal 45′. Marittiello subentra con il compito di dare lezioni di gestione. Indi, nella fase improvvisa della paura torna ai primordi e libera con tanti bei rilanci alla viva il parroco. E senza dimenticare che Nestorovski fa centro tra lui e il coreano umanizzato – 6
Ad un certo punto ho temuto il peggio: c’era uno della panchina dell’Udinese che avrebbe voluto ammazzarlo. Se lo sono tirato giù a sedere per evitare il rosso. Ho avuto una paura tremenda che ci facessero il terzo e che Marittiello avesse una reazione scomposta. Ma che belli quei lanci a buttar via il pallone e il pericolo, Fabrizio! – 6
ANGUISSA. L’ovunquismo si trasfigura in una Zambo-dance, meglio ancora in un Zambo-rave che stordisce i poveri friulani. E Frank dà il meglio di sé in contropiede, una delle tante facce del Napule zelig dello Sciamano, con la pelota che apre strada al tre a zero del Macedone (del Nord). Al 63′ la sua avanzata è wagneriana ma col senno di poi avrebbe fatto meglio a dare la palla, una volta al limite dell’area, anziché compiacersi e rimanere imprigionato tra i difensori udinesi – 7,5
Anguissa è una potenza meravigliosa. Il modo in cui ruba palle a centrocampo con la forza del corpo è impressionante, a volte sembra imbattibile, incrollabile. Non perde mai un contrasto e raramente sbaglia qualche tocco. L’assist per Elmas è perfetto e quella avanzata wagneriana di cui parli strepitosa – 8
LOBOTKA. Oggi Robotka stende una vera e propria coperta calda e decisiva (ma non quella di Linus) dal centro in giù. E nella ripresa torna pure a salire – 7
Quando in difesa qualcosa va storto, quasi sempre interviene Lobotka a salvare – 7
ZIELINSKI. Il due a zero di San Piotr – che quando è in giornata è un pilastro centrale della cattedrale spallettiana – sigilla una magnifica discesa a tre con Victor Victoria e il Bambolo Assassino. E finalmente possiamo scrivere tiro a giro senza moltiplicare le “g” e le “o” – 7
Quello di Piotr non è solo un tiro a giro, è l’ultimo anello di un’azione perfetta (di cui parlerò più avanti), di quelle che un giorno mostreremo ai nipotini spiegando cos’era il Napoli di Spalletti entrato nella storia. E non parliamo del tunnel a Deulofeu! – 8
NDOMBELE dal 66′. Potrebbe essere uno dei jolly dalla mezzora funambolica, oggi invece si dà all’anonimato. Il sei è politico – 6
Ndombele non è mai anonimo! – 6
LOZANO. Stavolta il Bambolo Assassino intralcia con successo le impostazioni zebrate, rientrando assai. E poi serve la pelota del due a zero a San Piotr. Oggi è molto altruista, molto – 7
Anche i piccoli Lozano crescono, come è successo ai piccoli Victor – 7
POLITANO dal 60′. Anziché giocare fa rotolare la palla in fallo laterale ed è l’emblema della paura azzurra. Il suo imperativo è far scorrere il tempo, che sia un angolo o una rimessa con le mani e non gli va sempre bene – 5,5
Per un attimo deve aver ricordato il vecchio Napoli, per fortuna momenti come questo durano pochi minuti e poi spariscono – 6
OSIMHEN. Come il Capitano, Robotka e Marittiello, Victoria Victoria è un altro talento trasfigurato dallo Sciamano: la sua energia non si disperde più e viene canalizzata in maniera esplosiva contro gli avversari. Segna e fa segnare in condominio con il messicano, resistendo all’inseguimento spalla a spalla degli avversari – 8
Ormai sa fare tutto. Ha imparato a tenere la palla, non corre più calpestandosi i piedi e intralciandosi da solo con quelle gambe lunghissime che si ritrova. Dà indicazioni a tutti, dai compagni ai tifosi, tra un po’ pure ai raccattapalle a bordo campo. Deve essere il suo modo di stemperare la tensione e di scaricare tutta l’energia che ha in corpo. Pratica furbizia, inizia persino a vedere gli spazi, a sentire le vibrazioni dei nemici e pure degli amici. A parte l’ennesimo straordinario gol di testa, vorrei che ci fermassimo ad analizzare il ruolo di Osi nell’azione del gol di Zielinski. Sembrava chiuso nel fantastico mondo del pallone, mentre correva a testa bassa. Poi ha sentito che Lozano stava arrivando da dietro e gliel’ha passata senza guardare e il messicano a sua volta ha visto Zielinski che partiva. Il modo in cui Zielinski l’ha agganciata e se l’è sistemata sul piede sono stati il coronamento di una poesia lunga qualche secondo che resterà scolpita nella memoria. Non solo: Piotr segna e Osi festeggia come se non ci fosse un domani e come se avesse segnato lui. Per non parlare, poi, delle pacche sulle spalle che distribuisce a tutti quelli che, in un modo o in un altro, o abbatte o lascia con un palmo di naso e privi di pallone. Meraviglioso – 9
ELMAS. Idem come sopra: il Macedone del Nord segna e fa segnare. Una prestazione davvero importante che forse fa capire una cosa: a differenza degli altri compagni, Elmas non è uno che entra e spacca e cambia la partita a prescindere, più che altro ha bisogno di continuità – 7,5
Ripaga ancora una volta la fiducia di Spalletti. Splendido il controllo di palla per il gol, come le feste sotto la curva. Un super Silvestri gli nega la doppietta che avrebbe meritato – 8
SPALLETTI. Chiude il 2022 a quota quarantuno, aprendo un abisso di medie dimensioni dietro. Lo Sciamano è di fine intelligenza e subito ha fatto la diagnosi sulle tenebre: “Pensavamo fosse finita”. E invece no. I due gol dell’Udinese assomigliano emotivamente ai due di Liverpool. Troverà la cura e lo farà con dovuta calma in questa pausa che è forse pure superiore a quella estiva. In città ci saranno convegni e seminari e dibattiti quotidiani sulla sosta, ché il tempo bisognerà pure passarlo, a parte tifare Argentina. Buona Immacolata, buon Natale e buon anno, Ilaria. E anche ai nostri lettori, buoni o cattivi che siano – 8
Continuo a chiedermi da giorni e oggi, dopo questi tre gol, un po’ di più: come faremo a sopravvivere senza tutta questa bellezza per due mesi? È la prima volta che accolgo una sosta con dolore – 10
ARBITRO AYROLDI. E’ pugliese e abita a Udine ma non si nota – 6