L’ex attaccante del Liverpool: «Mia madre continuava a piangere, io venivo maltrattato. Volevo solo nascondermi in una stanza buia»
Oltre 200 goal tra club e nazionale inglese, una carriera più che onorevole vissuta quasi interamente in Inghilterra: Peter Crouch può essere soddisfatto per i traguardi personali raggiunti fino al 2019, anno del suo ritiro dalla scena agonistica.
L’ex attaccante di Liverpool e Tottenham, ha rilasciato una lunga intervista al podcast “The Diary of a CEO” raccontando che all’inizio della sua carriera ha attirato una marea di insulti
«All’improvviso sono passato dalla persona per strada che mi prendeva in giro alle 30.000 persone in uno stadio che ti urlavano contro oscenità e ridevano del mio aspetto. È stato difficile. Ero andato così male che mio padre finì per litigare con gli altri tifosi. Mia madre continuava a piangere, io venivo maltrattato. Quando non segnavo con il Liverpool venivo ridicolizzato, è stata dura. Volevo solo nascondermi in una stanza buia. In quel periodo non volevo uscire, mio padre mi portava fuori per bere qualche birra e probabilmente ho bevuto un po’ di più di quanto un giocatore di Premier League dovrebbe fare, ma ne avevo bisogno in quel periodo»
Il classe 1981 ha ammesso di aver seriamente pensato di mollare tutto proprio a causa del disagio provato.
«Giocare a calcio era ciò che amavo di più, ma non nascondo di aver avuto dei dubbi: ne vale davvero la pena se la gente riderà sempre di me? È proprio questo che voglio?»
Pur di difenderlo, il padre diede vita ad una rissa infernale contro gli avversari.
«Lo ricorderò sempre. Stavo uscendo dal campo all’intervallo quando vidi mio padre rotolare lungo il corridoio, litigando con qualcuno. Ho pensato: ‘Oh mio Dio, questa è la mia prima stagione nel calcio professionistico. Mio padre sta litigando, vengo deriso, mia madre piange. Cosa sto facendo? Perché mi sto sottoponendo a tutto questo?»