«Me lo chiedo da cittadino. È servizio pubblico?». E sull’interesse per Sky: «In Italia no, nella pay-tv abbiamo già dato…»
È il noto portale Calcio & Finanza a riportare le parole dell’amministratore delegato di MediaForEurope Pier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa indetta presentare i numeri legati agli ascolti Mediaset e non solo.
Tra i temi toccati anche quello dei Mondiali in Qatar, trasmessi integralmente dalla Rai che li ha acquistati ben prima che l’Italia fallisse la qualificazione.
«La cifra che ha offerto la Rai è esagerata. Avevamo fatto un’offerta ma alla fine siamo contenti. Meglio che l’abbia la Rai che qualunque competitor, ma da cittadino mi chiedo: 200 milioni di investimento, ma che senso ha? È servizio pubblico? Qualcuno può pensare che le partite dei Mondiali non sarebbero state visibili?».
In merito al potenziale interesse nei confronti di Sky Italia, quella di Berlusconi è una smentita piuttosto secca. Calcio & Finanza fa sapere che in base alle indiscrezioni riportate da Reuters, in Germania Prosiebensat, di cui Mfe è primo azionista, guarderà al dossier Sky Deutschland che la controllante americana potrebbe vendere.
«In Italia no, non è il nostro mestiere. Nella pay-tv abbiamo già dato. È giusto guardare tutto. Il fatto che il nuovo management di Prosiebensat si impegni ad analizzare ipotetiche alleanze con Sky non è sbagliato. Nello specifico, non mi pare che parliamo di business del futuro, la pay-tv classica è in grande difficoltà».
Le richieste al governo Meloni.
«Adesso c’è il nuovo governo: lasciamolo in pace, ha mille problemi da affrontare, ma penso che l’editoria nazionale debba essere tenuta in altissima considerazione, da parte di chiunque sia al governo in Italia e nei singoli paesi europei. Oggi è tutelata? Forse sì. Lo è abbastanza? Forse no. All’esecutivo chiediamo di farci almeno lavorare con parità di condizioni rispetto ai mostri del web, big tech, Ott, che occupano pochissimo, hanno un livello di tasse regolato a livello europeo ben più vantaggioso rispetto alle aziende italiane e che licenziano migliaia di persone».