Da volpe navigata dei campi di calcio richiama tutti alla sobrietà e ricorda che mancano 72 punti e tutto può ancora succedere
Nella sua lunga conferenza stampa Spalletti spazia a 360 gradi toccando direi tutti i punti più interessanti in relazione al Napoli ed al suo campionato. E lo fa con una estrema chiarezza che rende l’ascolto piacevole.
Ed anche con un respiro che è cosa rara nel mondo del calcio.
In primis mi è molto piaciuto il passaggio di grande classe su Kvaratskhelia. «Vogliamo Kvara a disposizione quanto prima ma tutti gli altri che scenderanno in campo hanno grandi qualità, magari non di quel livello lì – se tutti lo individuano Kvara come il nuovo grande calciatore del calcio mondiale ci sarà un motivo – però poi anche gli altri sanno eseguire quello che ci vuole per far parte del Napoli.» E in effetti non si può che ammirarlo per la pulizia e la nitidezza del pensiero espresso. Kvara è considerato un astro nascente del calcio internazionale e se gioca per noi è un’arma in più. Non è però che i sostituti a nostra disposizione siano giocatori scadenti, tutt’altro. Chapeau!
E ancora: «Come si è già detto più volte, è ancora presto perché un episodio a favore o contro sia determinante: mancano 72 punti alla fine. È fondamentale allenarsi bene giorno dopo giorno, qui ed ora».
Questa affermazione di Spalletti è tutt’altro che un modo per nascondersi. È la riflessione di un uomo che conosce la storia del calcio. E ricorda quante sorprese possa riservare un campionato. Gli episodi in passato di rimonte di decine di punti magari non sono frequenti ma certamente neanche rarissime. Pertanto fa bene a richiamare tutti alla sobrietà. I giocatori e i tifosi.
Da volpe navigata dei campi di calcio il tecnico nemmeno sfiora il riferimento ad episodi arbitrali che hanno provocato polemiche o allarmi. Con 72 punti da assegnare ancora i singoli episodi sono allo stato ininfluenti.
In realtà noi tifosi napoletani, dobbiamo ammetterlo, abbiamo la psicosi della Juventus. Ma non solo. Bensì di tutte le grandi squadre del nord. Se viene assegnato un rigore dubbio alla Roma o alla Lazio magari storciamo la bocca. Ma non gridiamo al complotto. Se accade con la Juventus, il Milan o l’Inter scatta un’ansia incontrollabile. E diciamo la verità questa psicosi si fonda su tristi e amare esperienze pluridecennali. Non è il frutto di un disturbo nevrotico.
Un altro passaggio nell’intervista di Spalletti che ho trovato di grande spessore umano, oltre che professionale, sono ì complimenti fatti a Sinatti che «è uno dei più bravi preparatori che c’è, ha una semplicità e una naturalezza che fanno sempre specie in questo mondo qui… ha capacità di sintesi, è veloce, sono felice di poter fare ciò che lui mi dice, di ascoltarlo». Sottolineare i meriti dei propri collaboratori, diciamolo con chiarezza, è solo delle persone di qualità. In particolare modo i meriti di quanti sudano ogni giorno e raramente se li vedono riconosciuti.
Infine Spalletti accenna ai tifosi che riempiono di nuovo come un uovo lo stadio. E questo è certamente un merito del calcio entusiasmante che la squadra ha espresso fino ad ora.