ilNapolista

Tifo Napoli e parlo fiorentino, ascolto Cruciani e non mi piacciono i friarielli

Sono un tifoso verace, il Napolista mi definirebbe laico. Non so cosa significhi cazzimma. Non mi interessa difendere la città, voglio che la squadra vinca

Tifo Napoli e parlo fiorentino, ascolto Cruciani e non mi piacciono i friarielli
Mg Reggio Emilia 01/12/2021 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: bandiera Diego Armando Maradona

Tifo Napoli

Oggi confesso tutto: tifo Napoli da ben 36 anni consecutivi ma non so cosa sia la cazzimma, non ho mai imparato a pronunciare correttamente il verbo “appiccecarse” e diomifulmini se ho mai capito da chi o da cosa – in qualità di tifoso del Napoli – dovrei difendere una città che amo ma che non mi è mai sembrata sotto attacco di chicchessia. Se non, alcune volte, da se stessa.

Tifo Napoli con le budella attorcigliate dalla paura a ogni singola rimessa laterale a favore degli avversari nella nostra metà campo, area tecnica compresa. Ma a dire la verità, le budella iniziano ad attorcigliarsi diverse ore prima il fischio d’inizio. Sarà che sono debole di stomaco… Tifo Napoli che non posso neanche cenare, prima di una partita del Napoli: nella pancia non entrerebbe neanche una foglia di insalata. Figuriamoci una zizzona di Battipaglia. Tifo Napoli e la zizzona di Battipaglia l’ho mangiata una volta sola nella mia vita, purtroppo. A Battipaglia però. Tifo Napoli e detesto i friarelli. Scusate, ma non li sopporto. Tifo Napoli e penso che il sangue di San Gennaro… anche basta, siamo nel ventunesimo secolo.

Tifo Napoli e gli altri che tifano Napoli spesso mi dicono che sono insopportabile: ogni volta che uno dei nostri si invola verso la porta avversaria penso “eh figurati se segna, la butta fuori di sicuro”. Mentre ogni volta che sono gli altri a mettere nel mirino Meret mi scatta subito il “eccolo, mannaggialapupazza, questa volta pigliamo gol di sicuro”. Tifo Napoli da pessimista cosmico quale sono. E chiedo perdono. No, non porto jella. È che proprio sono portatore sano di sfiducia e pessimismo che però amo vengano smentite. Dal Napoli soprattutto. E il mio Napoli mi sta smentendo sempre più spesso. Facendomi sempre più felice.

Tifo Napoli e a Napoli ci sono venuto solo da turista (e poche volte, ahimé). Tifo Napoli portandomi dietro un cognome napoletano, una famiglia che proviene da Brusciano. Tifo Napoli e la mia famiglia è immortalata addirittura al Vomero – sorpresi? – Beh, quel Mariano Semmola sotto la cui targa passate ogni giorno era il nonno del nonno del nonno di mio nonno. Tifo Napoli anche se non sono un vero napoletano – al massimo un po’ napolista – e a Brusciano non ci ho mai messo piede in vita mia. Tifo Napoli perché sono nato nel 1979 e la prima partita che ho visto da piccolo fu quell’Argentina-Belgio ai Mondiali ’86 in Messico. La semifinale: doppietta del Dio del calcio. E fu subito amore, di quelli che solo i bambini. Quelli per sempre. E no, il Gol del secolo e la Mano di Dio me li sono dovuti andare a recuperare tempo dopo.

Tifo Napoli e tifo Argentina. Da sempre, per sempre. Anche se dovesse trovarsi di fronte l’Italia, perché mi sono innamorato quella sera e non ha niente a che fare con quel 50% di sangue napoletano che ho nelle vene, ma non nella lingua, intesa come dialetto. Ho tifato Argentina anche nella semifinale di Italia ’90. Avevo 11 anni, l’unico italiano ad esultare. Mettiamo le mani avanti: non sono anti-italiano eh, in qualsiasi altra partita dell’Italia tifo per l’Italia. Solo contro l’Argentina la musica cambia: sento solo il tango. Quelle sì che… Notti magiche.

A proposito: tifo Napoli e il primo cd che mi sono comprato da solo, da piccolo, con la mia paghetta, è stato Abbi dubbi del mio omonimo Bennato. Lo amavo. Lo amo ancora tanto. Ma mica lo capivo cosa fosse questa Bagnoli che si voleva vendere…
Tifo Napoli ed eccomi qui: sono uno di quei (ex) bambini di cui parlava il direttore Massimiliano Gallo un mese fa su queste pagine. Quelli che “si può tifare Napoli ed essere bambini veneziani, berlinesi, parigini. E tifare Napoli perché innamorati del modo di giocare di Kvaratskhelia, Kim e altri. Si può giocare e tifare Napoli senza sapere che cosa significhi cazzimma”.
Io tifo Napoli e di quel pezzo bellissimo e tanto “mio” non lo ringrazierò mai abbastanza il buon Max. Proprio lui che mi ha chiesto di scrivere queste righe.

Tifo Napoli, sono grato a Spalletti, ad Ancelotti, e ho amato visceralmente Sarri anche se non ho mai sopportato quel suo “andiamoci a prendere il palazzo”. No, grazie comandante, prendo il solito caffè…

Sono uno di quei tifosi che il direttore Gallo definirebbe “laici”. Non perché del Napoli mi importi meno di quanto importi a un napoletano “vero”, ammesso che qualcuno possa essere più “vero” di altri. O che io possa essere “falso”. Sono solo uno di quei (pochi) tifosi che non vuole affatto che i miei giocatori difendano la città. Voglio invece che la esaltino, sul campo da calcio.

Tifo Napoli e ascolto tutti i giorni da tanti anni La Zanzara di Giuseppe Cruciani e David Parenzo come compensazione ludica allo stress del lavoro e della vita quotidiana. Stupiti? Tifo Napoli e mi piace un sacco La Zanzara di Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Delusi? Arrabbiati? Ok, vi avverto: posso anche peggiorare. Perché tifo Napoli, amo Napoli anche senza l’articolo determinativo, come città, e mi fa male quando alla Zanzara prendono in giro quella che considero anche un po’ la mia città. Pur rimanendo fiorentino in tutto e per tutto. Li ascolto e penso: vedi, è responsabilità nostra in fondo. Di noi napoletani che viviamo a ogni latitudine.

Perché Cruciani non prende in giro i friulani, i valdostani o gli abruzzesi? Perché solo noi? Risposta facile: perché sa che ce la prendiamo, che gli rispondiamo regalandogli altre munizioni per il suo fucile, che ci piace sentirci sotto attacco di tutti e di tutto e invochiamo un Kvaratskhelia di passaggio che ci difenda dalle genti cattive. Sento i napoletani chiamare in trasmissione urlando, insultandolo, a volte anche minacciandolo. E lo so che ci gode. Che tornerà alla carica. E io ci sto male, anzi peggio, perché ci siamo cascati ancora una volta nel suo tranello. E invece vorrei che glie lo facessimo noi lo scherzetto: smettendo di sentirsi offesi, come fossimo dei friulani un po’ austroungarici. O magari toscani, perché no. Smettendo di considerarci vittime, per considerarci solo uomini. Non troppo diversi dagli altri.

Tifo per Napoli, per la sua cultura, la sua bellezza e la vorrei sempre più laica la mia, la vostra Napoli. Come dice Max. Come sento ripetere spesso a un’inascoltata Anna Trieste. Uhmmaronn quanto mi piace Anna Trieste. Quanto mi piace come le funziona quella testa dall’ironia che forse noi, da quassù lontano, possiamo cogliere e apprezzare con quel distacco che serve ad assaporare meglio tutto.

La vorrei sempre più laica e meno “difendi la città”, anche demagristrisianamente parlando, Napoli. Con un po’ meno San Gennaro e un po’ più di quella carta sporca e nisciuno se ne importa.

ilnapolista © riproduzione riservata