Parla anche il tedesco Kimmich: «Ne abbiamo parlato in squadra. Non è colpa nostra se il Mondiale si gioca qui»
Arriva la risposta del capito dell’Olanda, Virgil van Dijk, alle critiche subito dopo aver rinunciato di indossare la fascia “One Love” al braccio per via delle “minacce” della Fifa. La BBC riporta le dichiarazioni del capitano Orange, di Vertonghen e del direttore dei media della DFB.
All’accusa di non avere “spina dorsale”, van Dijk risponde che giocare in una posizione delicata come la sua in un torneo estremamente importante gli impone di avere estrema attenzione e un cartellino giallo sarebbe un handicap troppo pesante.
Al posto della fascia tanto discussa, ai capitani delle nazionali ne è stata fornita una che recita “No Discrimination”. Fra le polemiche anche il dietrofront di Inghilterra e Galles, due delle nazionali che sembravano estremamente ferme sulle loro posizioni ma che, così come l’Olanda, si sono piegate dopo la minaccia di ammonizioni.
Parlando dopo la partita vinta contro il Senegal nei minuti finali, il difensore del Liverpool ha dichiarato:
«Ci sono persone che dicono che non abbiamo una spina dorsale, ma non è così che funziona. Vogliamo solo giocare a calcio. Mi sarebbe piaciuto giocare con quella fascia, ma non a scapito di un cartellino giallo».
Sempre secondo la BBC, lunedì diverse federazioni, fra cui Belgio, Danimarca, Germania e Svizzera, hanno dichiarato di essere disposte a pagare delle multe, ma non sono disposte a rischiare di far ammonire i propri capitani.
La BBC riporta anche una intervista radiofonica di Steffen Simon, direttore dei media della Federcalcio tedesca. Simon ha parlato di forti pressioni e minacce da parte della Fifa.
Sembrerebbe che il massimo organo calcistico abbia accusato gli inglesi di violare diverse regole sportive. Secondo Simon: «Eravamo in una situazione estrema, in un ricatto estremo e pensavamo di dover prendere quella decisione senza volerlo fare».
In conferenza stampa ha parlato anche il calciatore tedesco Kimmich. Della fascia di capitano e della decisione della Fifa ha detto:
«Ne abbiamo ovviamente discusso in squadra, è importante per noi giocatori segnalare problemi e fare rimostranze. Ma dobbiamo anche bilanciare e concentrarci sullo sport. Giocare un Mondiale è un grande sogno sin da quando si è bambini. Tutti vogliamo vincere, non è colpa nostra se il Mondiale si gioca qui».