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Cherubini e le plusvalenze: «Ho avuto delle sere che a pensarci mi veniva da vomitare»

Le intercettazioni sui quotidiani. Il direttore finanziario Cerrato sulla Consob: «Volevo andare in modo suadente e un po’ mafioso a vedere come butta»

Cherubini e le plusvalenze: «Ho avuto delle sere che a pensarci mi veniva da vomitare»
Db Parma 24/08/2019 - campionato di calcio serie A / Parma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Fabio Paratici

Tra le tante intercettazioni che ogni giorno spuntano sui quotidiani sul caso Juventus ce n’è una nella quale Cherubini confessa di avere la nausea per quello che ha fatto la Juventus. Tra plusvalenze e manovra stipendi gestita da Chiellini in veste di sindacalista.

Le carte dell’inchiesta, scrive La Repubblica, “raccontano di accordi segreti tenuti nei cassetti di avvocati e notai, con la paura che qualcuno possa scoprirli”. Il Corriere della Sera racconta di un’intercettazione in cui si sentono i capi dell’area finanza della Juventus, Stefano Bertola e Stefano Cerrato, che parlano con il responsabile dell’ufficio legale, Cesare Gabasio. Il tema è l’assenza di documentazione riguardante le cessioni oggetto della richiesta avanzata dalla Consob e, a proposito, Gabasio introduce il discorso su Pjanic:

«Han fatto uno scambio e te la dico tutta? È meglio che non ci fosse quel carteggio».

Bertola concorda:

«No, quel carteggio lì meglio di no».

Prosegue Gabasio:

«Anche con l’altro, Genoa ovviamente, no? Son quelli che loro stanno cercando, no?».

Dopodiché, Cerrato parla di CR7:

«E ancora grazie che Ronaldo non ha fatto dei pizzini pericolosi».

Bertola: «Moggi, Moggi! Però hai fatto magia».

Chiude Gabasio: «Però all’epoca Giraudo non faceva ste cose qui».

Il 14 settembre 2021, i dirigenti Juventus temono che la Consob torni nei loro uffici per una nuova ispezione. Cerrato spiega:

«Se questi se ne andassero sarei un po’ più sereno anche sul processo di aumento di capitale no? Perché poi vanno a ravanare nelle mail di tutti eh. Cioè, se, se, se beccassero…».

Poco dopo, ribadisce:

«Volevo un po’, domani andare in un modo un po’ suadente e mafioso, provare a sentire un pochettino come butta (…) perché comunque nell’operazione aumento di capitale, essere nelle more di una loro qualche forma di, di verifica e cosi via, non è bello eh».

Nelle intercettazioni c’è anche Cherubini, che si sfoga al telefono.

«Giuro ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci».

 

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