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De Sisti: «Pelé era Maradona con in più il gioco di testa. Da vicino sembrava una bestia»

Al CorSport: «Maradona ha sconvolto l’Italia, Pelé ha girato il mondo; Maradona ha vinto un Mondiale, Pelé tre e mezzo».

De Sisti: «Pelé era Maradona con in più il gioco di testa. Da vicino sembrava una bestia»
Bildnummer: 01417230 Datum: 12.05.1967 Copyright: imago/Sven Simon Pele (FC Santos) beweist auch mit seinem Kopf Ballgef¸hl; Mfneg, Vsw, hoch, close, Kopfball, jonglieren, Shooting, Fotoshooting, Fototermin, Saison 1967, 1. Brasilianische Liga, Training Santos / Brasilien Aufnahmedatum gesch‰tzt Fuflball Herren Mannschaft Einzelbild Randmotiv Personen

Il Corriere dello Sport intervista Giancarlo De Sisti. Nella finale del Mondiale del 1970 sfidò Pelé. Parla del campione brasiliano.

«Pelé era della stirpe dei fenomeni. Campionissimo va bene come definizione. Il numero uno di sempre, probabilmente».

De Sisti lo mette a confronto con Maradona.

«Maradona. Formidabile, uno che accarezzava il pallone. Sembrava giocasse con le mani, tale era la delicatezza del tocco. Una somma di qualità molto vicina a quella di Pelé. Il piolo in più che sale Pelé è il gioco di testa. È anche vero che vent’anni di evoluzione del calcio li rendono molto diversi, forse troppo per un vero paragone. Però: Maradona ha sconvolto l’Italia, Pelé ha girato il mondo; Maradona ha vinto un Mondiale, Pelé tre e mezzo. Nel 1966 non ci riuscì perché lo pestarono per bene».

Racconta cosa fece quando si trovò di fronte Pelè.

«L’ho scansionato. Tocco di palla migliore di quello di chiunque altro. Con quale piede? Perché tutti concedono un piede all’avversario. Beh, lui no. Dribbling? di ogni genere, dal superamento essenziale dell’uomo alle veroniche. Lì ci siamo. Parliamo del tiro in porta? Sapeva calciare forte o a parabola, di destro e sinistro. Cambiava gioco, anche questo con entrambi i piedi. Con tutto ciò ci segnò di testa, tanto di cappello a lui».

De Sisti continua:

«Do atto a Maradona di essere venuto in Italia a sfi dare le difese più solide del mondo, all’epoca. D’altronde Pelé non si è tirato indietro davanti a niente, dovunque lo portasse il Santos. Visto da vicino, dava veramente l’impressione di essere una bestia».

Un erede di Pelé può essere stato Cruijff? De Sisti risponde:

«Io su Cruijff ho una mia idea. Eccellente giocatore, ma la sua vera grandezza sta nell’aver seminato nel mondo, da tecnico, il seme del calcio olandese e averlo infine piantato a Barcellona, dando origine alla scuola in seguito portata avanti da Guardiola. Le stimmate del calciatore sommo, quelle appartengono a Pelé. E basta».

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