A Barcellona era protetto nella sua bolla, si bastava come si basta Dio, ma lui non era e non è Dio. Nel Psg ha ritrovato il gusto della sfida

Tutti a dire che un Leo Messi come quello del Mondiale in Qatar non si era mai visto prima, scrive Giancarlo Dotto sulla Gazzetta dello Sport.
“Tutto vero e sarà il caso di approfondire, oltre le bordate di genuflessa retorica sparate nel mucchio lacerando corde vocali proprie e timpani altrui, saccheggiando a mani basse l’arsenale a buon mercato del profano spacciato per sacro”.
La verità è che questo Messi è diverso da quello che giocava nel Barcellona, che Dotto definisce “autistico”.
“C’era il Messi di Barcellona. Non una divinità, ma un genio del pallone. Incomparabile. Il più grande di sempre. Ma un genio autistico immerso nella sua beanza, perfettamente in grado di bastare a se stesso con i magistrali conigli che gli uscivano a ripetizione dal cilindro. Impensabili e impensati”.
Quel Messi non aveva bisogno di altro, era nella sua comfort zone.
“Una pulce grandiosa e fragile allo stesso tempo. Protetta nella sua bolla. Non aveva bisogno d’altro quel Leo. Si bastava come si basta Dio, ma lui non era e non è Dio. Gli manca quella divina probabilità di non esistere”.
A Parigi, è cambiato.
“C’è poi il Leo Messi sfrattato dalla sua cuccia. Il Messi dello shock. Il Messi parigino. Abbiamo rischiato di perderlo. Leo stava comodo in blaugrana. La comodità ti fa star bene, ma ti uccide”.
La Pulce ha rischiato di “naufragare”, di “evaporare”. Invece è accaduto qualcosa.
“Parigi, o cara, si rivela l’utile incidente esistenziale. Il Messi sofferente e sprotetto scopre di sé cose che non sapeva di avere. Il disagio lo costringe a spaccare la bolla autistica e a scoprire il mondo in sé e fuori di sé. Il piacere della sfida. Trova il modo di farsi amare anche a Parigi non perché è stato Messi, ma perché dimostra di esserlo ancora”.
“Il mondiale in Qatar arriva al momento giusto. Compagni che ne fiutano la mutazione e lo venerano. Non più il genio autistico, ma il leader imperioso che è diventato”.