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È come se Messi si stesse giocando, più che il Mondiale, la sua stessa reputazione (Libero)

In Qatar stiamo assistendo alla trasformazione di Messi. Forse il “quasi Maradona” è finalmente diventato “Maradona”, è il miglior Messi degli ultimi 20 anni 

È come se Messi si stesse giocando, più che il Mondiale, la sua stessa reputazione (Libero)
Argentina's forward #10 Lionel Messi reacts to a missed opportunity during the Qatar 2022 World Cup football semi-final match between Argentina and Croatia at Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on December 13, 2022. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP)

Il Leo Messi che stiamo vedendo in campo al Mondiale in Qatar è la miglior versione del giocatore argentino degli ultimi 20 anni, scrive Fabrizio Biasin su Libero. Forse il quasi Maradona è finalmente diventato Maradona.

“C’era una volta il Messi spaurito, quello che – per carità – è forte, fortissimo, il più forte, il “quasi Maradona” però… «però gli manca qualcosa», «però se la fa sotto alla prima difficoltà», «però sente il peso delle responsabilità», «però…» ci siamo capiti. Quel Messi lì è scomparso, puff, non c’è più. E forse è una questione di lucidità («questa volta o mai più…»), forse è una questione di esperienza acquisita, forse è solo che il “quasi Maradona” è finalmente diventato “Maradona”, ma il dato di fatto è che siamo di fronte alla miglior versione del miglior giocatore degli ultimi 20 anni”.

Soprattutto, scrive Biasin, è come se Messi si stesse giocando, più che il Mondiale, la sua stessa reputazione.

“Messi ha 35 anni compiuti e l’apparente serenità mista a concretezza dei predestinati, gioca come se in palio ci fosse più di un Mondiale, ma la sua stessa reputazione; Messi è ovunque in campo, un po’ a destra, un po’ a sinistra, un po’ al centro, catalizza palloni e giocatori, che siano compagni o avversari”.

Ora la Pulce è a un passo dal capolavoro.

“un passo difficile, lungo e faticoso, ma è certamente sintonizzato come non mai. Lo si vede dallo sguardo, dal modo di fare ben più “cattivo” rispetto al passato. E la sua è una cattiveria “necessaria”, perché stiamo parlando di uno che tendenzialmente è sempre stato “buono”, almeno agli occhi di noi che non lo conosciamo, mentre ora, qua e là, sputazza veleno, s’incazza, sfodera lo sguardo di chi non ha tempo per mediare perché sa di essere a bordo dell’ultimo treno Mondiale”.

L’ultimo treno passa domenica alle 16, quando ci sarà la finale contro la vincente tra Francia e Marocco.

“E allora vedremo se il “quasi Maradona” è destinato a una vecchiaia in cui chiunque mignottescamente gli dirà «sei stato fortissimo ma…» o, viceversa, se riuscirà a entrare nell’Olimpo degli eterni. Per tutto quello che ha
fatto, se lo merita eccome”.

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