A Repubblica racconta: «Dino De Laurentiis mi voleva col nome d’arte Castel Romano, mi salvò l’assistente»
![Franco Nero: «Ho giocato a pallone con Maradona. Diceva alle figlie “questo è un grande attore”» Franco Nero: «Ho giocato a pallone con Maradona. Diceva alle figlie “questo è un grande attore”»](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2022/12/Nero_imago0133718080h-e1670857022302.jpg)
Franco Nero, 81 anni, firma il secondo film da regista “l’uomo che disegnò Dio”, in sala a gennaio), che racconta di un artista cieco che disegna ritratti fedelissimi.
Una carriera lunghissima in cui ha interpretato tanti ruoli diversi e che ripercorre in una lunga intervista a Repubblica
«Vengo dalla campagna. Ho fatto il macellaio, il pasticcere, il panettiere. Queste esperienze sono state la mia scuola di recitazione. Non volevo essere una star, ma un attore, curioso come mia nonna, gitana spagnola. Ho recitato in 30 cinematografie diverse».
Una curiosità sul suo nome d’arte: «Dino De Laurentiis mi voleva col nome d’arte Castel Romano, come la via dei suoi studios. Piansi per fargli cambiare idea, mi salvò l’assistente»
Ha recitato con i più grandi, ma ha incontrato tantissimi grandi personaggi nella sua vita come ad esempio papa Francesco.
«Incontro l’ambasciatore slovacco, mio fan, mi chiede se voglio conoscere il Papa. Giorni dopo mi chiama, sono su un set piovoso in Cornovaglia, mi dà appuntamento. Mio figlio Carlo mi chiama da Londra: vuole venire. Così mi presento con Carlo, sua moglie e Vanessa. Nel lungo incontro porto il mio vino al pontefice, che scherza: “Vuole fare ubriacare il Papa?”. Era interessato al mio lavoro con giovani dei paesi poveri nel villaggio a Tivoli, che faccio da 56 anni»
È stato in studio con Frank Sinatra, giocato a tennis con Tony Bennet, andato a pesca con Burt Lancaster.
«E ho giocato a pallone con Maradona, una volta. Abbiamo passato una serata a Punta dell’Est, Uruguay, ripeteva alle figlie “questo è un grande attore”»
Nel suo ultimo film c’è un pittore accusato di aver abusato della ragazzina che ha solo accompagnato a fare i bisogni in un cespuglio e Kevin Spacey che interpreta il poliziotto che indaga
«Il produttore Louis Nero mi disse che Kevin Spacey, che conoscevo già bene da Londra quando dirigeva il teatro Old Vic, aveva piacere di tornare sul set: non lavorava da quattro anni. Ma non c’erano rimaste tante parti, l’unica era quella del poliziotto. Kevin ha accettato subito perché ha letto la sceneggiatura e creduto nel progetto»
La scelta ha fatto molto discutere.
«Sì. Ci sono state polemiche, specie dai giornali anglosassoni. Ma io ho sempre detto che nessuno è santo, di certo Kevin ha sbagliato, ma bisogna dare una seconda possibilità a una persona. E ora mi pare che si stia prendendo le sue rivincite: è stato prosciolto dalla vera accusa, quella che gli ha impedito di lavorare per anni. Sul set è stato di una umiltà unica anche se è forse il più grande attore di questi tempi»