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Gravina: «Ho spiegato a lungo a Trentalange che ci sono forme di responsabilità oggettiva»

«Non metto in dubbio la sua buona fede. Il caso D’Onofrio è estremamente grave. È stato nominato mentre era in arresto»

Gravina: «Ho spiegato a lungo a Trentalange che ci sono forme di responsabilità oggettiva»
Db Milano 25/02/2019 - premio Giacinto Facchetti 'Il bello del calcio' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

A margine del Consiglio Federale convocato presso la sede di via Allegri ha parlato il Presidente della Figc Gabriele Gravina in conferenza stampa. Queste le parole di Gravina, Presidente della Figc

Il Presidente ha inizialmente fornito un riassunto di quanto espresso dal Consiglio.
«Il Consiglio non è stato fissato in maniera straordinaria ma era programmato. Il progetto seconde squadre è stato tra gli argomenti trattati. Non amo particolarmente il concetto di seconda squadra per come viene enunciato. Abbiamo inserito come argomento – in maniera doverosa – un ragguaglio sulla situazione Aia. Ieri pomeriggio sono arrivate le dimissioni di Trentalange e tale decisione è giunta a margine di una serie di colloqui che abbiamo intrattenuto con lui. Avevo il dovere di informare il Consiglio Federale di tali aggiornamenti, informando circa le indagini della Dda di Milano, dalle quali è emersa in maniera chiara come dal 6 marzo al 2021 al 6 settembre del 2022 come il signor D’Onofrio fosse – senza soluzione di continuità – sempre agli arresti. Un anno e mezzo senza la possibilità di vedere fisicamente il signor D’Onofrio rappresentava una situazione critica e difficile da gestire. Nell’interesse dell’Aia, del calcio italiano e della gestione di questo mondo non sarebbe stata una buona idea aggiungere ulteriori tensioni. Ho parlato a lungo con Trentalange del fatto che ci sono forme di responsabilità oggettiva che richiamano una certa presa di posizione. Non metto in dubbio la sua buona fede, nella maniera più assoluta. Abbiamo discusso e proposto delle nomine, prima di introdurre il capitolo circa una riforma profonda del calcio italiano. C’era stata la richiesta di produrre delle proposte e ne sono arrivate tre diverse. La Federazione dovrà fornire tutti gli strumenti utili per garantire aumento dei ricavi, unitamente a una maggiore attenzione circa il contenimento dei costi. Appena torneranno tutti dalla Supercoppa italiana affronteremo il tema della riforma del calcio italiano, sperando che tutti convergano verso l’interesse comune».

Presidente, avete parlato del fuorigioco semi-automatico?
«Verrà introdotto, dal 27 gennaio, prima gara del girone di ritorno, verrà introdotto il fuorigioco semi-automatico – cosiddetto Saot – che abbiamo visto già all’opera durante il Mondiale».

Conferma che i procedimenti che riguarderanno l’Aia transiteranno per la procura federale?
«Lo confermo. Dal 1 gennaio tutti i procedimenti che riguarderanno gli arbitri passeranno direttamente sotto l’egida della procura federale».

Quando entreranno in vigore le modifiche all’interno della grande riforma che state organizzando?
«È emersa una chiara disponibilità da parte delle componenti per predisporre una sintesi delle diverse proposte di riforma. La mia idea progettuale – che non svelerò oggi – dovesse essere accolta, accelererebbe la messa in atto».

Novità per la legge di bilancio nel calcio?
«Non partecipo ai lavori della Commissione Bilancio e non collaboro direttamente col Governo italiano. Rappresento il mondo del calcio per poter portare a casa risultati significativi che aiutino questo mondo. Il ministro Abodi mi ha chiesto di spingere sul mio cavallo di battaglia, che recepisce una norma europea in merito al diritto d’autore. Parlo di un’apertura delle sponsorizzazioni legate al betting; passaggio da tre a cinque anni per la negoziazione dei diritti tv; l’introduzione nel calcio della tax-credit. Lo sport è cultura e deve esserlo sia sul piano dei doveri che dei diritti. Chiediamo pari dignità rispetto agli altri mondi imprenditoriali del nostro Paese. L’ultimo tema è quello sulla modifica della Legge 91 sul semi-professionismo».

Lei auspicava questo epilogo con Trentalange?
«Il soggetto che risponde al nome di D’Onofrio è stato nominato mentre era in arresto, non ha mai partecipato a confronti e riunioni. Aveva permessi solo per curare la sua malattia legata al gioco d’azzardo e nelle tre volte che è stato tre volte a Roma era senza permesso. Mi sono fermato a quanto comunicatomi dalla Procura di Milano. Non sarà l’ultima risposta che daremo in merito, data l’estrema gravità della situazione».

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