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Guariniello: «Sul doping siamo tornati indietro di 30 anni, la giustizia penale non fa più paura»

Al Fatto: «Dal 2019 al 2022 solo quattro processi sono arrivati fino in Cassazione. Tre di questi a livello di sport amatoriale». 

Guariniello: «Sul doping siamo tornati indietro di 30 anni, la giustizia penale non fa più paura»

Il Fatto Quotidiano intervista l’ex pm di Torino, Raffaele Guariniello: fu lui a porre all’attenzione generale, negli anni Novanta, il problema del doping e anche a definire per primo la Sla. Purtroppo, dice, il doping è rimasto a quei tempi, non se ne sa più nulla. I processi arrivati in Cassazione dal 2019 al 2022 sono talmente pochi che sembra di essere tornati indietro nel tempo.

«Sa quanti processi per doping sono arrivati fino in Cassazione dal 2019 al 2022? Quattro, tre dei quali a livello di sport amatoriale. Significa che su questo tema siamo tornati indietro di 30 anni, a quando si faceva molto poco».

A Guariniello viene chiesto come mai succeda questo, secondo lui. Risponde:

«Perché la giustizia penale in tema di doping – e aggiungo in tema di sicurezza sul lavoro – non fa più paura a nessuno. Pochi processi, piccoli, locali. Un fenomeno così complesso va affrontato nel suo complesso e deve essere anche aggiornato. I nostri studi sulla Sla sono ormai datati».

Non è però un problema normativo, dice Guariniello.

«Assolutamente no, dal 2018 abbiamo anche un articolo dedicato nel codice penale, il 586 bis. Semmai il problema è la disomogeneità normativa tra i vari Paesi che ha effetti devastanti su un fenomeno che non può essere localizzato in un solo posto. Una normativa europea sarebbe utile».

I controlli sono sufficienti?

«Occorre una forte collaborazione tra autorità giudiziaria e autorità sportive. Se manca, è evidente che in una situazione di ignoranza il fenomeno è destinato a perpetrarsi».

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