Il giocatore del Marocco ammette la lite col presidente Fifa e aggiunge: «Infantino è mio amico e lo rispetto molto. Non è successo niente».
Ieri la Rai ha raccontato che, al termine della finale del Mondiale tra Croazia e Marocco, conclusasi con la vittoria per 2-1 della Croazia, c’è stata un’accesa discussione tra Hakimi e Infantino nel tunnel dello spogliatoio. Il calciatore del Marocco era arrabbiato per l’arbitraggio, in particolare per un rigore negato alla squadra. Oggi ne scrive De Ttelegraaf, confermando il litigio e riportando anche le scuse del giocatore. Il quotidiano descrive Hakimi furioso dopo la finalina per il terzo posto.
“I giornalisti televisivi lo hanno visto recarsi negli spogliatoi dello stadio Khalifa International per parlare con Gianni Infantino, presidente della Fifa che poco dopo ha consegnato le medaglie ai croati. Nos ha riferito: “Si trovava di fronte a Infantino, a meno di cinque centimetri. Ha alzato la voce, si è infuriato con Infantino per l’arbitro”. Hakimi pensava di meritare un calcio di rigore. L’arbitro Al-Jassim non ha visto nulla nella spinta che il giocatore del Paris Saint-Germain ha ricevuto alla schiena. Anche l’arbitro al Var e il suo assistente olandese Pol van Boekel non sono intervenuti. Poco prima di quel momento di gioco, la Croazia non ha ricevuto un rigore quando Sofyan Amrabat ha buttato a terra il suo avversario Josko Gvardiol”.
Poi, Hakimi si è scusato con Infantino. Lo ha riferito lui stesso ai media marocchini. De Ttelegraaf riporta le sue parole.
«Non è successo niente, ero furioso, ma poi sono andato da lui e mi sono scusato per le parole che gli avevo detto. Infantino è mio amico e lo rispetto molto. Non è successo niente».
Il quotidiano racconta che anche molti spettatori marocchini erano insoddisfatti dell’arbitro Al-Jassim e che hanno ripetutamente cantato “Fifa mafia” durante la partita.
Il commissario tecnico del Marocco, dopo la partita, ha condannato il comportamento di alcuni dei suoi giocatori.
«Questo non è il modo marocchino. A volte reagiamo in modo eccessivo quando una partita è finita. Quando perdi una partita rimani sempre deluso. I miei giocatori sono molto ambiziosi, ma non è stata una mancanza di rispetto».