I marocchini sono arabi, prima che africani. Oltre mezza squadra è nata fuori dal Marocco e il concetto di calcio di Regragui è europeo
Il Marocco affronterà la Croazia per il terzo posto nel Mondiale in Qatar. Ma siamo sicuri che sia un successo per il calcio africano? Se lo chiede Il Giornale, che va oltre, affermando che il Marocco non ha quasi nulla delle africane, ma gioca un calcio che invece è molto vicino a quello europeo.
“Il Marocco alla finalina, siamo sicuri che sia il miglior risultato di sempre per una squadra africana e più ancora: siamo sicuri che il Marocco sia una squadra africana? Per la geografia, nessuno aveva mai fatto meglio della squadra di Regragui. Ma il Marocco è Maghreb prima di Africa e i marocchini sono arabi, come s’è visto chiaramente in Qatar, dove avevano il tifo di tutti, perché arabi, non perché africani”.
Non solo i limiti geografici, c’è anche da considerare il fatto che la maggior parte dei giocatori del Marocco non è africana.
“Oltre la geografia, c’è poi una realtà di oltre mezza squadra – ct compreso – nata fuori dal Marocco e quindi dell’Africa. Ragazzi nati in Europa (13, più uno nato in Canada) e cresciuti nelle strutture di un calcio che non è quello africano. Ragazzi di talento, certo. Ma affinato da istruttori ed educatori francesi, spagnoli, anche italiani. Cosa c’è di africano in Hakimi o Amrabat? Il nome, sicuro. L’origine, ovvio. Ma il loro concetto di calcio è europeo, non sanno neppure cosa sia il calcio africano”.
Il Giornale continua:
“Il calcio veramente africano resta quello in cui un portiere litiga col ct prima di una partita del Mondiale e poi va a chiedere protezione dal presidente della federazione, peraltro non ottenendola. Come se Donnarumma litigasse con Mancini e poi andasse a parlare con Gravina”.
Il Marocco ha anche la furbizia delle europee.
“Anche politicamente, il calcio del Marocco pare ispirarsi all’Europa o in ogni caso al calcio più “furbo”: di ieri la protesta alla Fifa per l’arbitraggio del modesto messicano Ramos, che secondo la federcalcio di Rabat ha negato 2 rigori. Tatticamente, il calcio di Regragui (anche lui nato in Francia e in Francia calciatore per l’intera carriera) è il più lontano possibile dal calcio corsa, forza e fantasia che è comune dell’Africa. È organizzato, tattico, difensivo ma non solo, come visto contro la Francia. Un ottimo calcio, con grande futuro, visto che il bacino in cui pescare è destinato ad allargarsi. E poi un grande cuore, quello sì africano”.