Ai rigori la Spagna non ne segna uno. Non era biscotto contro il Giappone, è che la Spagna gioca come se non si dovesse segnare
Il Marocco manda a casa la Spagna, grande protagonista il portiere Bono (del Siviglia) che para tre rigori su tre anche se uno è finito sul palo. Luis Enrique va a casa. Non ce ne vogliano i sostenitori del biscotto ma abbiamo creduto zero all’ipotesi che la Spagna abbia perso volontariamente contro il Giappone per far fuori la Germania. Più semplicemente la Spagna di Luis Enrique non tira in porta, vuole giocare senza centravanti e alla fine giustamente va a casa. Sì la Spagna ha colpito un palo al 120esimo, con Sarabia, ma complessivamente il Marocco ha tenuto il campo e alla fine ha portato a casa la vittoria più importante della propria storia calcistica e ora aspetta la vincente tra Portogallo e Svizzera per completare il tabellone dei quarti di finale.
Stavolta nemmeno l’ingresso di Morata ha salvato Luis Enrique che sarà aspramente criticato in Spagna. Il Marocco in questo Mondiale ha battuto prima il Belgio e poi la Spagna. Gran parte del merito va al suo allenatore Regragui qui tratteggiato dal Mundo. Di Hakimi col cucchiaio il rigore decisivo. La Spagna può bearsi del possesso palla: 75%. Può farselo fritto o metterlo nella paella.
Solo tre mesi fa Walid Regragui, ct del Marocco, era disoccupato. Lo racconta El Mundo:
Solo tre mesi fa, alla fine di agosto, Walid Regragui ha ricevuto una chiamata inaspettata. Con un curriculum scarso come allenatore, la Federazione marocchina ha offerto a questo ex giocatore del Racing di Santander la Nazionale. La Federazione voleva riportare un po’ di calma in un gruppo spaccato dai metodi dell’irascibile Valhid Halihodzic che aveva litigato, tra gli altri, con Ziyech, provocandone l’abbandono della Nazionale.
El Mundo fa un ritratto della selezione marocchina e del suo commissario tecnico e sottolinea come, nonostante la poca esperienza e un palamares più che modesto, l’allenatore Regragui sia riuscito a portare il Marocco agli ottavi battendo Belgio e Canada.
Di lui scrive El Mundo:
Regragui ha dimostrato di saper prendere decisioni durante le partite, di saper attuare cambiamenti chiave, come avvenuto con i calciatori che hanno segnato al Belgio (Sabiri). I giocatori lo hanno ringraziato buttandolo al cielo dopo aver battuto il Canada e aver ottenuto la qualificazione. “Non siamo una squadra, siamo una famiglia”, ha detto Hakimi. “Il nostro gruppo ha una buona mentalità. Dal primo giorno qui ci siamo detti che era tempo di cambiare la mentalità di tutti i giocatori e per la nostra generazione di fare cose positive”.
Regragui è stato scelto per la sua calma, e la sua capacità di fare gruppo.
Quindici dei ventisei giocatori convocati sono tutti nati fuori dal Marocco ma hanno comunque scelto di rappresentare la terra dei loro genitori, delle loro famiglie. Questo, secondo El Mundo, conferisce alla squadra una carica emotiva molto particolare.
Hakimi forse incarna lo spirito della squadra: intensa, aggressiva, attenta, corta, veloce nelle ripartenze.