A La Stampa: «Ho fatto un solo progetto in America e sono esplosa, in Italia recito da anni. Qualche domanda a un certo punto te la fai».

La Stampa intervista l’attrice Sabrina Impacciatore. Negli Usa sta spopolando per un’interpretazione nella serie “The White Lotus”, in Italia su Sky e in streaming su Now. E’ diventata una star: su TikTok #sabrinaimpacciatore supera i 5,5 milioni di visualizzazioni, TvLine l’ha eletta «performer of the week».
La Impacciatore commenta la differenza di trattamento tra Italia e America. E’ l’unica attrice donna ad aver svoltato dopo i 50 anni.
«Su questo l’Italia potrebbe migliorare. Io ho fatto un solo progetto in America: The White Lotus. Uno solo! Eppure la mia interpretazione non è sfuggita a nessuno: bam, di colpo sono esplosa! E dire che io sono un’attrice di lungo corso che non recita ma vive sempre i personaggi che interpreta: queste cose le ho fatte anche in altri film italiani. Dal 2000! A questo punto uno delle domande se le fa».
E la Impacciatore si è data anche delle risposte.
«Non molto simpatiche… Diciamo che quando una persona ha un pregiudizio non è in grado di vedere. Lo scollamento però è solo a livello industriale: la gente in Italia mi amava anche prima, fin dai tempi della tv mi
fermavano per strada complimentandosi».
Che tipo di pregiudizio pensa di aver scontato? La Impacciatore risponde:
«Mi sa tutti: la provenienza televisiva, la mia bellezza meno canonica… Ora però, di colpo, sono diventata brava e bella, per il mondo intero. Ma anche qui: la bellezza per un’attrice che cos’è? È la sua anima, non l’aspetto da modella».
Il personaggio che interpreta nella serie, Valentina, ha un conflitto con se stessa per via della sua sessualità. La Impacciatore dice di averla scelta con consapevolezza.
«Quando ho letto che viveva un conflitto con se stessa, per via della sua sessualità, mi sono sentita investita di una responsabilità più grande, perché in Italia essere gay è ancora un problema, per tantissime persone. Gli omosessuali vengono insultati e picchiati per strada. Da qui, la mia scelta di dare una chiave emotiva al personaggio, che sulla carta era invece molto più freddo: ho proposto l’idea al regista Mike White durante l’audizione e lui ne è rimasto entusiasta. Ci tenevo infatti tantissimo che Valentina fosse compresa e mostrasse che l’amore è amore. Punto».
È orgogliosa di essere diventata un’icona queer?
«Molto. Io non ho figli: questo è il mio modo di figliare, di sentirmi utile e di dare un senso amorevole alla mia vita».
Alla Impacciatore viene chiesto se a questo punto si trasferirà in America.
«Amo l’Italia che resta la mia terra, ma ora che ho assaggiato Hollywood e mi sono affacciata sul mondo, sarebbe un po’ complicato pensare a progetti solo nazionali. Inoltre lì, in America, sono felice. C’è un’atmosfera frizzante di possibilità che qui in Italia manca: da noi si respira un’aria di rassegnazione, là invece di sogno. Quando dico “mi piacerebbe fare quest’idea”, qui mi guardano come se fossi pazza, oltreoceano si entusiasmano».