È stato Spalletti a riposizionarlo davanti alla difesa. Brozovic corre e lo fa con eleganza, è ovunque. Non è mai immobile: pensa sempre al prossimo colpo. Una garanzia

“I dirigenti dell’Inter, che cercavano disperatamente un successore di Thiago Motta, dovrebbero accendere un cero a Luciano Spalletti. Allenatore dei nerazzurri tra giugno 2017 e maggio 2019, fu lui ad avere la brillante idea, nella primavera del 2018, di riposizionare Marcelo Brozovic davanti alla difesa. Il terzino destro non si è mai più mosso ed è stata anche la Croazia a raccogliere i frutti. In Russia, durante la Coppa del Mondo 2018, prima di tutto. In Qatar, quindi, dall’inizio dei Mondiali 2022. Nel frattempo, Brozovic (30 anni) ha giocato più di 200 partite in questo ruolo ed è poco da dire che ora conosce tutte le corde”.
Lo scrive L’Equipe, nel tracciare un profilo del centrocampista dell’Inter e della Croazia.
Brozovic è un centrocampista diverso, che corre ovunque, o quasi.
“Orizzontalmente ma anche verticalmente. L’impressione visiva è sorprendente e lo studio dei dati conferma la sensazione: questo numero sei occupa diverse posizioni contemporaneamente”.
Brozovic è ovunque, scrive L’Equipe.
La spiegazione è duplice: il croato scandaglia costantemente il terreno (torneremo su questo) e corre ad occupare le aree che considera prioritarie; accompagna sistematicamente o quasi le azioni che avvia. Di conseguenza, non smette quasi mai di correre”.
Il suo obiettivo è di analizzare dove può aiutare i compagni di squadra e andare esattamente in quel punto. Sempre. Con una particolare attitudine a pensare già a cosa fare subito dopo.
“Brozovic non è mai a un punto morto. Per dirla in un altro modo, pensa sempre al prossimo colpo“.
“All’Inter lo chiamano “mostro”, dicono di lui che”non può smettere di correre”. Ha così inghiottito 71,9 km in Qatar, per una media di 14,4 km (!) per partita (13,2 km in media se si escludono i due incontri della Croazia che si sono conclusi dopo i tempi supplementari). Ma a Milano lodano anche la sua gestione del tempo. Perché Brozovic cambia continuamente ritmo”.
E ancora:
“Dall’inizio della competizione, ha quindi trascorso il 50% del suo tempo a correre a un ritmo tra 7 e 15 km/h e il 20% a una velocità che oscillava tra 15 e 20 km/h. Il resto del tempo, trotta un bel po’. E a volte accelera seriamente”.
Brozovic è una garanzia: non mette mai la sua squadra in difficoltà. E’ sempre lucido. “Sa sempre cosa può o non può fare“.
Brozovic corre molto e lo fa elegantemente, scrive L’Equipe. Questa unione tra facoltà fisiologiche e cerebrali gli consente di essere ovunque in campo.