Ha lasciato la scena a Lionel Messi per 70 minuti e in 97 secondi gli aveva rubato la Coppa. La tripletta non rende l’idea di quanto visto in campo
Mbappé è un giocatore mostruoso. La Francia è lui. Lo ha dimostrato ieri, nella finale del Mondiale in Qatar. Finché è rimasto nell’ombra, la Francia è sembrata morta, soccombendo sotto i colpi dell’Argentina. Poi Mbappé si è svegliato e la Francia è risorta. Lo scrive Arianna Ravelli sul Corriere della Sera.
“Oggi perde lui, Kylian, che è l’uomo del presente, che versa poche lacrime nella maglietta, solo un momento, è palesemente infastidito dal presidente Emmanuel Macron che va a parlargli tre volte, in campo dopo i rigori finiti come sono finiti e poi quando va a ritirare la scarpa d’oro per il titolo di capocannoniere (otto gol) e la medaglia del secondo, premi di consolazione che non consolano, il dialogo sembra di sentirlo «sei giovane, ne vincerai altri», «sì vabbè, ma quello da vincere era questo»”.
“Kylian Mbappé ha lasciato la scena a Lionel Messi per 70 minuti e in 97 secondi gli aveva rubato la Coppa: rigore trasformato e gol, tutto riacceso, la decido io, del finale della tua storia non m’importa niente. Poi quell’altro si è inventato una rete di rapina e sembrava avere già rimesso le mani su quella benedetta Coppa, pochi minuti ancora e il destino era compiuto, ma non per Mbappé che si è conquistato il secondo rigore e, a differenza di Harry Kane a cui ha riso in faccia dopo l’errore negli ottavi, non ha sbagliato. Tripletta (prima di lui c’era riuscito in finale solo Geoff Hurst in Inghilterra-Germania nel ’66 che si complimenta), ma non rende l’idea dell’esplosione di potenza vista in campo, di un altro gol mancato di un soffio, degli argentini portati a spasso. Mai visto un giocatore così nullo e così decisivo nella stessa partita, macché partita, il romanzo di due Paesi, un pomeriggio qatarino che segnerà la vita di milioni di persone. Per 70’ Mbappé semplicemente non c’era, e di conseguenza non c’era la Francia”.
Anche ai rigori Mbappé ha fatto il suo dovere.
“Fino ai rigori finali, e anche qui Mbappé fa il suo dovere, apre la serie senza errori, il suo bleu è immacolato, ma la Francia perde come nel 2006 contro l’Italia, come agli Europei contro la Svizzera. Lui perde, inaudito”.
“E adesso? Adesso che ha quella faccia seccata, come quando in campo i compagni non sono all’altezza di lui, che
si prepara a compiere 24 anni (domani) tormentandosi per l’occasione persa, che quella serata di pioggia in Russia in cui ha alzato la Coppa del mondo resta un ricordo solitario, adesso non cambia niente: perché è già il suo tempo, di un giocatore mostruoso, creatore e realizzatore assieme, sì, un po’ Messi e un po’ Ronaldo (suo idolo). A settembre, al Wall Street Journal che gli chiedeva se era pronto a prendere la scena in un mondo post Ronaldo e post Messi aveva detto: «Non credo di avere scelta. Il pedale del freno non funziona più». E non sarà questa sera triste di Doha ad azionarlo”.