La contestazione all’arbitro di Olanda-Argentina. «Avevamo paura prima della partita perché sapevamo com’era». E Martinez: «Voleva che pareggiassimo».
Ieri l’Argentina di Lionel Messi ha vinto i quarti di finale del Mondiale in Qatar contro l’Olanda. Affronterà la Croazia in semifinale. Nel post partita, la Pulce ha parlato alla stampa, contestando anche l’arbitraggio del match. Messi ha definito l’arbitro un direttore di gara non all’altezza di una partita come un quarto di finale del Mondiale. Ha dichiarato che la Fifa dovrebbe intervenire sul punto e anche che prima della partita l’Argentina aveva paura del direttore di gara, perché era già noto alla squadra per altri episodi.
«Tanta felicità. Dovevamo soffrire, ma ce l’abbiamo fatta. E’ qualcosa di impressionante. L’Argentina è tra le quattro migliori al mondo perché dimostra di saper giocare ogni partita con la stessa voglia e la stessa intensità».
Sull’arbitro:
«Non voglio parlare dell’arbitro. Dopo ti sanzionano, non posso dire quello che penso. Avevamo paura prima della partita perché sapevamo com’era. Credo che la Fifa debba rivederlo: non possono mettere un arbitro così in una partita come questa. Non è all’altezza».
Il Corriere dello Sport racconta che tra Messi e Lahoz c’era un precedente: nel 2020 Lahoz aveva ammonito Leo che si era tolto la maglia dopo un gol per celebrare Maradona.
Messi continua:
«Questa squadra capisce i momenti della partita, quando deve giocare lo fa, e anche quando deve difendere».
E parla della Croazia, prossimo avversario dell’Argentina:
«ha dimostrato essere una grande squadra, giocando alla pari con il Brasile».
A fare eco a Messi sull’arbitro, ci ha pensato anche il portiere dell’Argentina, Dibu Martinez.
«Sono emozionantissimo. Abbiamo giocato per 45 milioni di persone. La gente non sta passando un buon momento, a causa dell’economia, e poterle dare una gioia è bellissimo. L’arbitro? Non so che cosa ha fischiato con quella punizione (si riferisce al gol del 2-2 dell’Olanda) poi ha dato un recupero di dieci minuti, voleva che pareggiassimo».