Il francese ha dato la stupefacente sensazione dell’infallibilità. Ha perso per due rigori sbagliati dai compagni, che avranno questo peso sulla coscienza
“Se avesse potuto, li avrebbe tirati tutti lui i rigori della Francia. E probabilmente non avrebbe sbagliato mai perché ieri sera, da quando si è acceso, Kylian Mbappé ha dato la stupefacente sensazione dell’infallibilità“.
Lo scrive la Gazzetta dello Sport. Ieri Mbappé ha dato sfoggio di tutta la sua maestosità, in campo, nella finale del Mondiale in Qatar tra Francia e Argentina. Ha sfoderato l’intero repertorio da fuoriclasse assoluto.
“Non solo dal dischetto, ovviamente: la meraviglia del 2-2, gli slalom a velocità supersonica, gli scatti violenti, il controllo di palla, tutto il repertorio insomma ha colorato la notte del Lusail. E la finale del Mondiale, come parzialmente previsto, si è trasformata in un’eccezionale sfida a chi inventasse qualcosa di più grande, di più bello, di più imprevedibile: Messi contro Mbappé, era stata presentata (anche) così; e Messi contro Mbappé è stata questa partita indimenticabile, la finale più emozionante della storia”.
I rigori hanno consegnato la partita all’Argentina, ma si può davvero dire che Mbappé abbia perso?
“I rigori hanno il compito di risolvere le situazioni di parità, ma ce la fate voi a dire che Mbappé ha perso? Ci riuscite dopo il modo sovrumano in cui ha riaperto una partita seppellita? Nulla è così distante dal concetto di sconfitta come questa prestazione di Kylian“.
Nello sport individuale è sempre possibile trovare il rimpianto per qualcosa che si sarebbe potuta fare meglio, continua la Gazzetta, nello sport di squadra è diverso.
“Ma in uno sport di squadra è diverso, se tu fai una partita che passa alla storia e la perdi per due rigori sbagliati dai tuoi compagni. Che, tra l’altro, avranno anche questo peso sulla coscienza, poverini“.
Mbappé sembra una creazione del computer.
“Kylian ha la faccia da cartone animato e quando scatta, stacca gli avversari, si avvita su se stesso per tirare al volo e trova la porta da posizioni impossibili o con particolari acrobazie, sembra proprio una creazione del computer. Però ieri sera, mentre ritirava il premio di capocannoniere (8 gol), aveva l’espressione dolorosa di chi è stato privato di qualcosa che sentiva suo”.
Ha segnato una tripletta, ieri, ma non è servita a niente.
“Sai cosa gliene frega, adesso, di questa tripletta. Sai cosa importa, a Mbappé, di essere il più giovane (23 anni, 363 giorni: che triste compleanno domani) a realizzare dieci reti nel Mondiale o di essere l’unico ad aver segnato quattro gol (contando quello del 2018 contro la Croazia) nelle finali. Sai cosa gli resta degli applausi, delle ovazioni, dei complimenti. Lui avrebbe “solo” voluto vincere, perché poi è questo che inseguono davvero questi meravigliosi fuoriclasse: il trionfo, il loro posto nella storia. Però, se ce ne fosse ancora bisogno, questa triste notte del Qatar ha certificato la grandezza di Kylian”.