La Gazzetta e le elezioni per il post Trentalange: “sono partite le correnti. Arbitri attenti a ogni movimento: le loro carriere vengono decise anche così”
La Gazzetta commenta la stagione degli arbitri e dell’Aia, a due giornate dalla fine del girone di andata.
Alcuni macro errori nell’ultima giornata hanno fatto risuonare un campanello di allarme, ma complessivamente il lavoro del designatore Rocchi finora ha pagato, con nomi nuovi che si stanno facendo avanti e diversi arbitri esperti ancora affidabili.
Ovviamente parla di Trentalange, l’ex capo degli arbitri,
che si è dimesso a seguito dello scandalo D’Onofrio (ex procuratore capo dell’Aia, arrestato a novembre per traffico internazionale di droga).
Del suo programma scrive:
Era stato eletto Presidente nel febbraio 2021 con oltre il 60% dei voti. Rispetto al suo iniziale programma che prevedeva modernizzazione e grandi aperture anche mediatiche, tanti punti sono rimasti inapplicati.
Quel che preoccupa la Gazzetta è la campagna elettorale per il successore di Trentalange. La Gazza avrebbe preferito il commissariamento.
Sembrava si andasse incontro a un commissariamento che molti anche all’interno dell’Aia avrebbero gradito. Solo un Commissario infatti avrebbe avuto i poteri di apportare quelle modifiche interne di cui il modo dei fischietti sente un gran bisogno. Mentre il campionato è nel vivo invece partirà una campagna elettorale che potrebbe durare 90 giorni per eleggere un nuovo presidente che si ritroverà accanto alcuni vertici eletti prima di lui e solo un anno e mezzo di tempo davanti per operare. Al massimo potrà non fare danni per sperare di essere rieletto nel secondo e ultimo mandato personale. Quale grande e credibile nome vorrà provare ad entrare in questa strettoia? Nessuno.
Nel frattempo, nel tentativo di capire cosa accadrà e di riposizionarsi sono partite le correnti. Con arbitri attenti a ogni movimento: le loro carriere vengono decise anche così. Servirebbero chiarezza, riforme e soprattutto nomi credibili. Intanto Rocchi già solo nel suo ruolo di designatore, senza la copertura istituzionale di un presidente, ha anche il compito di proteggere la sua squadra da pericolose distrazioni.