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Di Chiara: “Non c’è riscontro scientifico tra la morte di Vialli e il doping”

A Fanpage: «Forse perché 30-40 anni fa c’erano delle bibite con dei colori strani. Rispetto Dino Baggio ma non ricordo esagerazioni»

Di Chiara: “Non c’è riscontro scientifico tra la morte di Vialli e il doping”
Mg Budapest (Ungheria) 26/09/2022 - Nations League / Ungheria-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gianluca Vialli

A Fanpage.it è stato un altro calciatore del passato come Alberto Di Chiara, che dal 1980 al 1997 ha giocato con Roma, Lecce, Fiorentina e Parma. Proprio in Emilia, negli anni d’oro del club gialloblu, ha condiviso lo spogliatoio con Dino Baggio. Ecco cosa ha detto:

“Faccio un inciso. Al di là dell’amicizia di Dino Baggio, non so quale fosse la sua preoccupazione, ma non mi pare ci sia una correlazione tra il doping e la morte di Vialli perché non c’è un riscontro scientifico. Dire queste cose per supposizione sembra come lanciare un amo a chi piace parlare di questa cosa. Personalmente ho iniziato a giocare nel 1980 e ho finito nel 1997″.

Di Chiara non dice che non siano state prese sostanze in passato, ma ne spiega l’uso negli spogliatoi che ha vissuto:
“Ogni calciatore ai miei tempi, durante la preparazione atletica, poteva necessitare di qualcosa in più. Lì magari si utilizzavano sostanze che potevano aiutare, sempre in modo lecito per quanto mi riguarda. Non ho mai visto un’esagerazione in questo senso, sono sempre stato tranquillo e mai mi sono posto un problema.

L’ex calciatore racconta la sua esperienza personale:

“C’erano dei prodotti non dopanti, era quello che ci dicevano, e di certo non potevamo sottoporli ad analisi. Non ho mai avuto riscontri negativi. Purtroppo poi nella vita può succedere di tutto, ma mi pare che le morti legate ai calciatori possano essere dovute alla fatalità”.

Continua Di Chiara:

“Questo è un argomento sul quale si può dibattere quanto si vuole, ma la polemica è nata sulla morte di Vialli e la correzione al doping, non so su quali basi. Forse perché 30-40 anni fa c’erano delle bibite con dei colori strani. Forse era Enervit, non so, ci dicevano così. Magari sono stato anche fortunato, ma se ci sono delle prove tiriamole fuori. A Parma ho giocato e non ho mai avuto sospetti o sensazioni, mai visto qualcuno iniettarsi cose di nascosto. Non mi è mai capitato e non credo che sia mai successo”.

L’ex Parma è dunque molto chiaro e continua a battere sul suo concetto di base

“Se poi Dino Baggio ha avuto questa esperienza e ha visto queste cose, rispetto pienamente le sue riflessione, ma abbinarle alla morte di Vialli mi pare fuori luogo. Vialli è stato ricordato in ogni angolo del mondo proprio per come ha affrontato la malattia e ora dicono che la sua morte può essere stata causata dal doping. Su quali basi, mi chiedo”.

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