Alla Gazzetta: «Mi piacerebbe che la scienza potesse dare risposte sui farmaci che ci venivano somministrati e che il mondo del calcio ricercasse la verità».
In un’intervista a Tv7, l’ex centrocampista di Juventus, Inter, Parla e Lazio, Dino Baggio, ha parlato di doping e di rischio di correlazione con i tumori sempre più frequenti tra i calciatori. Le sue parole sono rimbalzate ovunque, in Spagna i quotidiani le hanno messe in apertura della pagina sportiva. Baggio ha dichiarato:
«Bisognerebbe investigare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato. Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male. Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori».
E ancora:
«Negli anni miei c’era il doping. Non prendevi robe strane, prendevi robe normali ma poi bisogna vedere se col tempo riesci a buttarle fuori o restano dentro. Poi tanti hanno parlato dell’erba dei campi e dei prodotti che utilizzavano che davano dei problemi».
Oggi la Gazzetta dello Sport intervista Baggio, che fa marcia indietro, almeno sulla questione doping.
«Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire “antidoping”, e non “doping”. Infatti ho aggiunto che robe strane non ne abbiamo mai prese, perché non si poteva: c’erano i controlli. Mica si scherzava. È un errore che nasce dalla consuetudine. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: “Anche stavolta mi tocca il doping…”. E così questo modo di dire me lo sono portato dietro…».
Ad ogni modo, Baggio insiste sulla richiesta di indagini più accurate «sulle sostanze farmacologiche prese in quei periodi. Magari non c’entrano nulla, magari si scopre qualcosa…».
Si trattava di sostanze lecite, soprattutto integratori.
«I soliti, quelli che si vendono anche adesso in farmacia. Sostanze che aiutano il recupero fisico dopo uno sforzo. D’altronde non se ne poteva fare a meno: giocavamo 60-70 partite all’anno, tra campionato, coppe varie e Nazionale. Ritmi altissimi, impegni ravvicinati che non consentivano al corpo un normale ritorno alla regolarità. Aiutarsi con gli integratori era naturale e necessario. Ora, però, vorrei sapere se questi integratori, alla lunga, possono creare danni».
Baggio ieri ha parlato anche dell’erba dei campi. Si spiega meglio:
«Eh sì, avete presente l’odore che si sentiva quando si entrava in campo negli anni Novanta? Era un odore acre, a volte persino fastidioso. A quell’epoca, per tenere i terreni in ordine, si usavano prodotti che contenevano sostanze oggi non più consentite. Adesso, invece, per fortuna è tutto diverso. Ma quelle sostanze che io le ho respirate, si sono incollate al mio corpo. Mi faranno male? Avrò il diritto di sapere o no?».
Quale soluzione auspica?
«Mi piacerebbe che la scienza potesse dare risposte sui farmaci che ci venivano somministrati, per recuperare da un infortunio o per ritrovare le energie. E mi piacerebbe anche che tutto il mondo del calcio ricercasse la verità, che non necessariamente deve essere negativa. Sarebbe un’operazione di trasparenza».