Gioca e segna, fa giocare e segnare, lotta e ricama. Dimostra che “nello sport come nella vita, essere giovani non basta, perché è meglio essere bravi”.
Sul Corriere dello Sport un articolo dedicato all’attaccante dell’Inter, Edin Dzeko: il maestro. Lo firma Cristiano Gatti. Dzeko rappresenta il vero centravanti. Le sue prodezze andrebbero proiettate nei licei, quantomeno nelle scuole calcio. Il quotidiano sportivo scrive:
“Basta prendere la prima mezz’ora di Dzeko e si è detto tutto. Magari, volendo, potremmo pure proiettarla se non proprio nei licei, almeno nelle scuole calcio. In quella mezz’ora si vede e si impara come si gioca e che cos’è un centravanti. Vale per gli addetti ai lavori, i signori degli schemi e dei moduli, vale per i profani che buttano l’occhio. Dzeko è da manuale. Gioca come un libro stampato. Senza neanche un refuso”.
Il CorSport continua:
“Riguardando questo breve docufilm, una volta detto cortometraggio, lo si vede entrare in scena dopo dieci minuti di orrori sparsi e gioco a vanvera: ragazzi, basta con queste schifezze, adesso si fa a modo mio. Improvvisamente Dzeko accende la luce e spalanca le finestre, facendo entrare luce e aria fresca nella partita partita malissimo, toccante e artistica l’apertura per Barella che poi porta Dimarco al gol”.
Ed è solo l’inizio.
“Passano i minuti e Dzeko diventa più imprendibile di Messina Denaro”.
I milanisti non lo prendono mai.
“C’è qualcosa di compiuto e di assoluto in questa sua finale. Gioca e segna. Fa giocare e segnare. Lotta e ricama, piccona e accarezza. È marmista e cesellatore. Vedendolo così, gli interisti possono persino pensare d’essere diventati tutti quanti daltonici, perché là davanti domina e imperversa un Lukaku bianco. Quando Lukaku era Lukaku, si capisce”.
Ora Edin è in scadenza di contratto. I club, in generale, puntano sui giovani talenti e tendono a scartare quelli come Dzeko, scrive il Corriere dello Sport. Ma Dzeko dimostra che
“nello sport come nella vita, essere giovani non è tutto, molte volte nemmeno sufficiente, perché è meglio essere bravi”.