Il City è stato fischiato quando era sotto 2-0 col Tottenham, prima della rimonta. “Siamo una squadra di fiori felici. Non voglio essere un fiore felice. Voglio battere l’Arsenal”

Pep Guardiola in quasi sette anni alla guida del Manchester City “mai prima aveva pronunciato un discorso così straordinario, emotivamente carico ed esasperato tra tv e conferenze stampa”. Lo scrive il Telegraph, che poi fa la “versione in prosa” (come si faceva a scuola) della suddetta clamorosa intervista del tecnico dopo il 4-2 in rimonta al Tottenham. Proprio scientifica: dichiarazioni e “cosa voleva dire”.
Pep “I do not recognize my team” #Pep pic.twitter.com/fDHGGFTSZ5
— The Pep (@GuardiolaTweets) January 20, 2023
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Il discorso è tutto sul fuoco. In sostanza Guardiola dice che il City si è adagiato, e che l’Arsenal invece non vince niente da un po’ e quindi loro sì che hanno, appunto, il fuoco.
“I nostri tifosi sono a loro agio, noi siamo a nostro agio. Abbiamo il problema di avere vinto quattro Premier League in cinque anni e l’Arsenal ha due decenni senza Premier. Dobbiamo avere il fuoco dentro. Non riconosco la mia squadra, prima avevano passione e voglia di correre”.
Per il Telegraph Guardiola “sente che i suoi giocatori sono caduti in una zona di comfort, sono diventati compiacenti e soddisfatti, è preoccupato che l’autocompiacimento stia generando sciatteria”.
La parte più intrigante dell’intervista riguarda i tifosi. Per Guardiola vanno di pari passo alla squadra. Si sono assuefatti, sono diventati troppo pretenziosi.
“I nostri tifosi devono spingerci, chiedere di più, devono gridare ‘Forza ragazzi, sappiamo quanto siete bravi, fatecelo vedere ancora’. Invece di ‘Ah bene ci siamo, segna un gol…’. No. Non devi stare sotto 0-2 per reagire. Nove volte su dieci non succede, non la recuperi. Hanno fischiato perché stavamo perdendo, ma non perché abbiamo giocato male, abbiamo giocato bene. Forse sono diventati come la nostra squadra. Forse sono troppo a loro agio per aver vinto quattro Premier League in cinque anni. E dopo che abbiamo segnato reagiscono, ma non è questo il punto. È il mio lavoro, è il mio dovere. Rivoglio i miei tifosi. I miei tifosi qui. Non i miei tifosi in trasferta, i miei tifosi in trasferta sono i migliori”
“Questa non è la prima volta che Guardiola sfida i tifosi del City a dare di più all’Etihad Stadium”, scrive il Telegraph. “Ma è rimasto chiaramente deluso nel sentirli fischiare la squadra durante l’intervallo. Guardiola crede che sia più importante che mai che i tifosi rimangano con la squadra nei momenti difficili, ma teme che ormai si aspettino semplicemente di sedersi e divertirsi. Trova la voce e svegliati, dal calcio d’inizio. Questo è il suo messaggio”.
“Voglio una reazione per tutto il club, l’intera organizzazione, non solo i giocatori, lo staff e tutti. Siamo una squadra di fiori felici. No, non voglio essere un fiore felice. Voglio battere l’Arsenal. Ma se giochiamo così l’Arsenal ci distruggerà. L’Arsenal ci batterà. Ci batteranno”.
La battuta sugli “happy flowers”, secondo il Telegraph è una di quelle che sarà citata nei secoli dei secoli a venire. La perfetta metafora di una squadra ammorbidita dai successi.