A GQ Hype: «Per un calciatore è fondamentale essere mentalmente rilassato. Odio lo stress, non fa bene a nessuno. I commenti social? Non mi interessano»

L’attaccante del Manchester City, Erling Haaland, ha rilasciato una lunga intervista alla rivista GQ Hype in cui ripercorre la sua carriera e rivela alcuni aspetti della sua quotidianità e della sua vita privata. A 18 anni, Haaland era già il miglior calciatore della Norvegia. A 20 anni è stato votato come migliore in Germania. A 21 anni, la FIFPro lo ha nominato tra gli 11 migliori al mondo. Si parla di lui ovunque, sui social ha una popolarità travolgente. Dal 2022 gioca in Premier, dove continua a collezionare gol in tutte le sue presenze. Eppure lui sembra non accusare il peso di tutto questo.
«Cerco di non prestare troppa attenzione a tutto questo. Non leggo avidamente né i resoconti delle partite né i commenti sui social. Non si può controllare ciò che la gente dice, pensa e scrive di te. Non posso farci niente».
Ed aggiunge:
Haaland parla del suo modo di giocare.
«Cerco di essere più intelligente, di anticipare le persone contro cui gioco. Cerco di essere più in sintonia con la mia mente, intravedere le possibilità che ho di segnare, non rimanere bloccato. Loro pensano che andrò da questa parte e io vado da quella e faccio gol. Cose così. Ci penso sempre».
«Cerco di fare lo stesso di quando avevo 13 anni e giocavo nella mia città. Faccio esattamente gli stessi sprint».
Riesce sempre a restare impassibile. Dice di amare le sfide.
«Mi piace essere sotto pressione. Amo le sfide. Mi chiedo spesso se sia qualcosa di innato. Penso che sia nella mia testa. Riuscire a concentrarsi, essere sempre preparati, mentalmente rilassati. Penso che sia una delle cose più importanti per un calciatore».
Haaland pratica la meditazione.
«È una disciplina molto positiva. Rilassati, cerca di non pensare troppo. Lo stress non fa bene a nessuno. Odio essere stressato e cerco di non arrivare a quel punto. Ma il concetto della meditazione è quello di respingere quel tipo di pensieri. È qualcosa di personale, ma ha funzionato molto bene per me».
Fa molta attenzione alle sue ore di sonno. Indossa spesso occhiali anti luce blu in modo che gli schermi non gli impediscano di addormentarsi e disattiva anche il Wi-Fi di notte.
«Sono molto preoccupato di dormire bene. Penso che la cosa più importante nella vita per me sia il sonno, non solo dormire molto, ma dormire bene».
Cosa fa Haaland nel suo tempo libero? Non gioca a Fifa né guarda film.
«Mi viene chiesto spesso, ‘Cosa fai nel tuo tempo libero?’ Niente di veramente interessante. Mi alzo la mattina, faccio colazione e vengo qui. Dopo il mio trattamento fisioterapico. È lì che passo la maggior parte della giornata, quindi torno a casa, mi rilasso, mi preparo per il prossimo allenamento, mi preparo qualcosa da mangiare e vado a dormire».
Continua:
«Non penso molto alla partita prima di giocare. Cerco di vivere nel presente, senza preoccuparmi di quello che è successo ieri o di quello che succederà domani».
Ti piacerebbe un giorno vincere il Pallone d’Oro? Haaland risponde:
«Tutti vorremmo vincerlo, ma non credo sia bene pensarci troppo. Se tu e la tua squadra giocate davvero bene, otterrete buoni risultati, inizierete a vincere trofei e sarete sicuramente tra i finalisti. Come De Bruyne, che è arrivato terzo, e credo meritato, tra l’altro. Ma sì, non puoi iniziare a pensare a queste cose. Guarda Benzema, ha 35 anni e sta sempre meglio, quindi anche io tra 12 anni spero di essere migliore di adesso».
Il padre Alfie ha dovuto ritirarsi a 30 anni per diversi infortuni al ginocchio. Haaland è preoccupato di questo?
«Non credo che dovrei preoccuparmi di queste cose. Non credo sia un buon modo di pensare, quindi farmi male non mi preoccupa. Gli infortuni fanno parte del nostro lavoro. Mi farò sicuramente male prima o poi nella mia vita. Spero di no, ma non sai mai cosa ti può succedere in uno sport come il calcio. È uno sport pericoloso».
E aggiunge:
«In Norvegia c’è un detto che dice qualcosa del tipo: ‘Non tutti i giorni sono festivi.’ Ci sono giorni peggiori e giorni migliori. Questa è la vita. Penso di essere bravo in questo, lasciare che le cose accadano, fregarmene…».