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Il figlio di Beatrice: «Dino Baggio si sveglia ora, il calcio sta facendo i conti con la propria omertà»

Intervista ad Avvenire. Il giocatore della Fiorentina morto a 39 anni: «Nessun calciatore ha mai appoggiato la nostra associazione»

Il figlio di Beatrice: «Dino Baggio si sveglia ora, il calcio sta facendo i conti con la propria omertà»

Sulle morti premature nel calcio, Avvenire intervista il figlio di Bruno Beatrice ex calciatore della Fiorentina morto a soli 39 anni.

La reazione di Alessandro Beatrice più che stupita è indignata. «Ho appreso da Internet le dichiarazioni di Dino Baggio, ebbene
sì, sono un po’ arrabbiato, perché certe affermazioni si diffondono solamente sulla scia emotiva della morte dell’amico Gianluca Vialli. Ma come, qui sono anni che urliamo al vento che c’è questa piaga del doping e dell’abuso di farmaci nel calcio, e Dino Baggio che fa? Una mattina si sveglia e dice di avere paura per le sostanze che gli davano e per i pesticidi che spargevano sui campi di gioco… Ma allora quando giocava era a conoscenza e sapeva in cuor suo che l’abuso di farmaci e di integratori, a cui erano sottoposti, negli anni avrebbero potuto sviluppare quelle malattie letali (dai tumori, alle leucemie fino alla Sla) che hanno portato alla morte di tanti suoi colleghi. E allora, per quelle sostanze pericolose che ingerivano o gli venivano iniettate, perché ai tempi lui e i suoi compagni non hanno denunciato? Eppure qualcosa aveva visto già quando giocava al Parma.

Dico soltanto che certe accuse, certi timori andavano confessati tanto tempo fa e nelle sedi preposte, mentre invece la tendenza del mondo del calcio, come ho constatato sulla nostra pelle, è fatta di imbarazzanti «non so», «non ricordo» e di quello che giustamente il giudice Raffaele Guariniello quando indagava anche sulla morte di Bruno Beatrice ha definito un «ambiente omertoso». Quella coltre spessa di omertà, a volte viene un po’ calata, ma solo quando si smette di mangiare dal piatto ricco del pallone professionistico.

Continuare a considerare il “caso Beatrice” come l’unico in cui sono evidenti le responsabilità del calcio è un falso storico. Sarebbe più corretto dire che è stato l’unico in cui abbiamo denunciato, mentre gli altri o non l’hanno fatto o non hanno mai trovato avvocati che non gli chiedessero cifre tali da finire in miseria o magistrati disponibili ad indagare e aprire fascicoli d’inchiesta. Noi come famiglia Beatrice avevamo anche creato un’Associazione vittime del doping nel calcio, intestazione che invece di suscitare solidarietà e voglia di arrivare alla giustizia ha generato terrore: ogni volta che ci siamo rivolti a calciatori del calibro di Dino Baggio quelli ci davano la pacca sulla spalla e invece di associarsi ci sbattevano le porte in faccia. 

Mi piacerebbe che Sabatini si schierasse apertamente dalla nostra parte. Così come Dino Baggio e Raducioiu affiancassero quelle vedove, come mia madre Gabriella, che da decenni attendono verità e giustizia. A Buenos Aires le madri di Plaza de Mayo so che ogni giovedì si ritrovano per denunciare la scomparsa decennale dei loro figli, beh vorrà dire che faremo così anche noi: d’ora in poi ci piazzeremo ogni settimana davanti ai cancelli di Coverciano per chiedere alla Federcalcio e al ct Roberto Mancini, tra l’altro fratello calcistico di Vialli, se ci aiuta a portare avanti la nostra legittima richiesta di giustizia per le morti misteriose di centinaia di calciatori italiani.

 

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