Ginnastica ritmica, la direttrice deferita dopo le tante denunce di abusi delle ginnaste. Il corpaccione tecnico sta con lei, la vuole ancora in Nazionale

Ginnastica ritmica, caso Maccarani la direttrice tecnica deferita per i presunti abusi sulle ginnaste. È partita la controffensiva e La Stampa informa di una petizione in sua difesa da parte delle allenatrici.
Capitanate da Livia Ghetti – direttrice tecnica della Ritmica Putinati di Ferrara, tra le sue allieve ci sono la capitana azzurra Alessia Maurelli e la collega Martina Santandrea – alcune allenatrici hanno lanciato sulla piattaforma online Change.org. la petizione «a sostegno della Nazionale, della direttrice tecnica Maccarani e dello staff azzurro». Ieri, in serata, erano arrivate quasi 400 adesioni.
Nell’appello si chiede di «tutelare e sostenere l’attività di questa squadra che da decenni onora con eccezionali risultati il nostro Paese» concedendo alle Farfalle «di poter proseguire regolarmente la loro preparazione in vista delle qualificazioni olimpiche».
Detto semplice, vogliono che sia ancora Maccarani, nonostante tutto, ad allenare la squadra nazionale. Implicito, ma evidente, è il giudizio sulle accuse delle ex atlete Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa: sono menzogne. Magari dettate dalla gelosia per le compagne più brave.
Anche se alle loro denunce ne sono seguite altre decine e decine, sui giornali e sui social, parte del corpo tecnico della ritmica fa quadrato, chiude occhi e orecchie. E inevitabilmente viene da chiedersi se è solo spirito di auto-conservazione. O se il metodo Maccarani non è un’eccezione, ma un modello. Condiviso, oltre che ammirato: per ottenere il risultato, che sia una medaglia o una pancia piatta è uguale, vale davvero tutto.