I partenopei hanno modificato il dna dell’epoca di Sarri percorrendo con Spalletti la strada della bellezza associata alla concretezza

Il Dna del Napoli è cambiato. La squadra partenopea ha smesso di essere bella ma non vincente, come è stata in passato, quando ha perso gli scudetti anche in albergo. Lo scrive Monica Scozzafava sul Corriere della Sera.
“La modalità di stare in campo è travolgente, al netto di qualche incidente di percorso (l’ultimo costato l’eliminazione dalla Coppa Italia), l’ambizione dichiarata in campionato è lo scudetto. Il Napoli — e a questo punto non può fare diversamente — sdogana l’obiettivo di stagione e per la prima volta elimina dal vocabolario pubblico la parola «sogno». Spalletti, piuttosto, l’ha definita «irripetibile occasione»”.
Il Napoli ha chiuso il girone di andata a 50 punti e chi lo ha fatto prima ha sempre vinto lo scudetto. Il quotidiano scrive:
“Il Napoli si era avvicinato con Sarri, nella stagione 2017-2018, chiudendo il girone di andata a 48 punti. Alla fine furono 91 e lo scudetto «fu perduto in albergo» prima ancora che sul campo della Fiorentina. I partenopei hanno modificato il dna dell’epoca (belli ma non vincenti) percorrendo — con Spalletti appunto — la strada della bellezza associata alla concretezza”.
Il gruppo ha ormai un “cinismo” e una “maturità” che prescindono dalle individualità. Lo hanno dimostrato le assenze di Osimhen, Kvaratskhelia, Rrahmani. Il Napoli procede comunque spedito verso la meta.