Dal faccino di Rrahmani si è capito tutto. Di Lorenzo guarda Dimarco, Zielinski è tornato quello di un tempo. Almeno Kvara qualcosa ha fatto
Le pagelle di Inter-Napoli 1-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Bentrovata Ilaria e buon anno nonostante questa serataccia al buio a San Siro. Altro che luci. E dire che il Biscione nerazzurro ne poteva fare almeno altri due al povero e incolpevole Meret (per fortuna che Lukaku era ancora in modalità Qatar) – 6
Buon anno a te, Fabrizio e a chi ci legge nonostante la sconfitta. Ti confesso che a un certo punto mi sono chiesta se ad essere febbricitante fosse solo Meret o anche tutto il resto della squadra – 6
DI LORENZO. Quel finto biondo spiritato di Dimarco lo sovrasta per tutta la fascia, andata e ritorno. Il Capitano comunque ci mette al solito l’impegno ma è come se pugnasse a vuoto, anche in fase offensiva – 5
Mi è parso affannato, sicuramente non ai suoi soliti standard. Vero è che sul suo lato si gioca pochissimo ma, quando succede, lui non spicca come ci ha abituati, anzi. Fa una cosa che detesto veder fare: quando la palla arriva a Dimarco lui non prova nemmeno a contrastarlo, si tiene a distanza, incrocia le braccia dietro la schiena e alza una gamba in modo svogliato, come se potesse bastare. Ma ovviamente non basta: parte il cross, Dzeko – che è calciatore vero – lo vede e con rabbia ci fa gol. E lì fu Napoli. Anzi, no, purtroppo: fu Inter – 5
RRAHMANI. Il campionato riprende, lo stress viaggia più veloce della stella cometa e dei re magi e a sorpresa Amir si rivela la coperta di Linus dello Sciamano in panca. Chiediamogli chi era Dzeko, ad Amir – 4,5
Mentre Di Lorenzo aspetta, non si sa perché, che Dimarco crossi, il buon Amir si addormenta nel punto saliente della partita e si perde totalmente Dzeko, l’unico che in quel momento avrebbe dovuto tenere d’occhio. Prima ancora si era perso pure il Lukaku spompato, che è quanto dire, tanto che ci aveva dovuto mettere una pezza Kim. Che Rrahmani non fosse al meglio si era visto già all’ingresso in campo: un faccino assai poco convinto inanellato da capelli un po’ confusi che evidentemente hanno confuso pure lui. Mentre Juan Jesus, in panchina, fremeva – 4
KIM. Il meno peggio, talvolta salvifico – 5
Al 2’ ferma Lukaku, dà spesso una mano a Olivera. È un Mostro, mica Dio – 6
OLIVERA. Va in campo per una sinistra più corta e meno elastica. Ecco, appunto – 5
Al 14’ anticipa Barella, offre una buona palla a Zielinski, che purtroppo non lo utilizza a dovere. Non il meno peggio, ma niente di che – 5,5
ANGUISSA. La palla fa dei giri immensi e non torna più. E che errori, poi. Al 23’ sbaglia un passaggio decisivo per Zielinski, indi un’altra boiata in uscita al 38’. Irritante più che affamato – 4,5
Uno di quelli sotto tono citati da Spalletti non può non essere lui. Molto lontano dall’Anguissa a cui siamo abituati, anche lui forse in ritardo di condizione. A tratti flemmatico, molto spesso impreciso e disattento. Gira meglio i primi trenta minuti, poi cala vistosamente. E ad Anguissa una cosa del genere non si può perdonare – 4,5
NDOMBELE al 76’. Almeno prova a fare qualcosa che vada oltre il giro della pelota. Almeno – 6
L’almeno, però, non basta – senza voto
LOBOTKA. E dire che l’incipit è maestoso, con quel recupero sul citato Dzeko. Ma è un fuoco fatuo, purtroppo. Stasera il Napule torna sulla Terra e sembra una squadra maledettamente normale. E Lobo più di tutti – 5
Al 1’ ferma Dzeko con torsione di corpo sulla linea di difesa. Al 16’ strappa palla a Lukaku (Barella inizia a sbracciarsi per la frustrazione, durerà poco, però). Costretto troppo spesso a ripiegare per aiutare i compagni, riesce a costruire poco. Anche qui: è un giocatore stratosferico, la sua visione di gioco è impareggiabile, ma non può sostituire gli altri dieci – 6
SIMEONE dall’84’. Senza voto
Non è che Simeone può risolvere una partita in 6 minuti più recupero, non sempre – senza voto
ZIELINSKI. Partecipa all’accademia scolastica del possesso fine a stesso e alla mezz’ora cicca un tiro facile da posizione facile. Quoque tu Piotr – 4,5
Fa cilecca su una bella palla che gli serve Olivera, sembra tornato Zielinski di un anno fa. E non è esattamente un complimento – 4,5
RASPADORI dal 65’. L’unico azzurro che tira in porta, al novantesimo esatto. Un dettaglio che fa riflettere, Ilaria. Ma il dibattito sulle presunte scelte sbagliate dell’allenatore è cheap, non proprio da napolisti – 6
Prova a innescare Lozano, che però sembra in gita scolastica a Milano. Ah, se Onana si fosse addormentato un secondo! – 6
POLITANO. Forse riesce a essere peggiore persino di Zambo. Non combina nulla e non supera mai l’uomo – 4,5
Ecco, lui non è che sembra essere tornato il Politano di un anno fa: è proprio quello. Mi ha fatto tornare in mente la svogliatezza e le gambe molli di quel Napoli che agli appuntamenti clou tirava indietro la gamba. Come un incubo – 4
LOZANO dal 65’. Vorrebbe, ma non può. Stavolta neanche le cinque sostituzioni rimettono in piedi una partita persa ancora prima di entrare in campo – 5
Se Lozano ti fa rimpiangere il peggior Politano qualcosa veramente non va – 4
OSIMHEN. Vaga nel deserto azzurro e gli arriva una sola palla ghiotta, al 51’ – 5,5
Acerbi lo annulla. Fermiamoci qua – 4,5
KVARATSKHELIA. Che piaccia o no, le sole scosse alla squadra (due, per la precisione) arrivano dal Che Kvara, al 51’ (l’azione di cui sopra per Osimhen) e al 61’ (tiro sull’esterno). Per il resto, è evidente che si allinea all’inspiegabile non partita dei compagni – 5,5
Lo riempiono di mazzate, lo triplicano di continuo. Eppure riesce anche a creare qualcosa. È anche egoista, a tratti. Esce dal campo sostituito e da lontano inizia a guardare Spalletti col mariunciello in corpo – 5
ELMAS dal 76’. Anche il Macedone del Nord vuole andare oltre, come Ndombele, e nel finale è protagonista di un notevole dribbling difensivo – 6
La rabbia e la tenacia con cui, all’86’, esce palla al piede dal groviglio che si è creato in difesa è forse l’azione più bella del Napoli visto ieri sera – 6
SPALLETTI. Altro che complottismo, Ilaria. Qui siamo alle solite, al Napule che deve temere solo se stesso. Dunque, tenendo presente che si tratta comunque della prima sconfitta, mi chiedo e chiedo a te e a tutti: perché Spalletti si è lasciato andare alla vigilia dell’Inter con quelle dichiarazioni così sparate che sembrava Grignani di “Destinazione paradiso”, senza più fermate né confini? E’ il mio unico dubbio: era convinto della forza dei suoi ragazzi oppure voleva caricarli consapevole che non avessero ancora la luccicanza (lo shining) delle prime quindici giornate? Speriamo, in ogni caso, che sia solo questione di condizione e nessun trauma ancestrale relativo alla psiche sia riemerso dal passato. Per fortuna che tra quattro giorni si torna a giocare – 4
Caricare a pallettoni non sempre sortisce l’effetto sperato, forse Spalletti farebbe meglio a tornare quello che vola basso per tenere la piazza addormentata, bah, non so. Ad ogni modo, una sconfitta, prima o poi, doveva arrivare, Fabrizio. Forse è meglio sia arrivata quando hai un distacco così netto che quando il distacco si è assottigliato. Si può campare di rendita al massimo un’altra giornata, però, dopodiché è finita. Se il Napoli deve temere solo se stesso vuol dire che siamo ancora fermi al vecchio Napoli. Mi auguro vivamente di no: sarebbe da dare le capate nel muro – 4
ARBITRO SOZZA. Doveva essere il male assoluto, secondo il neotuttologo Saviano. E’ finita che ha arbitrato senza fare danni, o quasi – 6