Il campione olimpico a La Stampa: “Ho vari cloni che tentano di imitarmi, che vogliono comportarsi come me per sentirsi fighi”
Marcell Jacobs ha fatto una canzone con Sfera Ebbasta. Si chiama «$€ Freestyle». Nel testo si legge anche «Ho vari figli, ho vari sosia, ho vari cloni, ma non ho competitori». Lui, intervistato da La Stampa la spiega così: «Io ho vari figli che adoro, ho vari cloni che possono tentare di imitare me e il mio modo di correre e ho vari cloni che vogliono comportarsi come me per sentirsi fighi, ma non ho competitori».
Il campione olimpico dei cento metri parla anche se dice di nascondere le sue opinioni per evitare di farsi usare. E non parla a caso. Dice che il rap insegna “che in giro è pieno di squali”. E si riferisce, più o meno direttamente a Fedez.
«Le batoste servono, nella vita le mazzate sono necessarie, sempre, a più riprese. Quando tutto sembra facile non ti godi nulla e nel momento in cui cadi ti fai male, se prendi botte eviti di rifare lo stesso errore».
«Non pensavo fosse difficile rappresentarmi. Nel 2018 mi sono affidato alla società di Fedez, mi aspettavo che stare vicino a lui desse visibilità ma lì non hanno mai sviluppato un progetto. Me li aspettavo pronti al risultato invece ho vinto a Tokyo e mi hanno scritto 24 ore dopo. Erano al mare e non gliene fregava niente. Per contrasto, quando mi sono trovato davanti a persone che promettevano soldi e numeri mi sono affidato. In qualche mese ho realizzato che mi raccontavano come non sono. C’era poca trasparenza».
E’ tornato indietro, alla famiglia, alla mamma.
«Tutti sapevamo che mia madre non può essere la persona che mi chiude i contratti, ma mi serviva risistemare l’assetto con persone fidate al cento per cento. Una volta messo ordine, abbiamo organizzato tanti incontri per individuare il profilo giusto. E questa società non mi ha promesso numeri, mi ha dato una visione internazionale. Con loro si parla di collaborazioni a lungo termine, per il post atletica».
Jacobs pensa al “dopo”: «Fino a che va bene e ci si sente forti. Fino a qualche anno fa il mio pensiero era solo corsa, non volevo considerare il dopo. Purtroppo in questo bellissimo sport da un giorno all’altro può cambiare la vita».