Il comunicato di Drughi, Nab e Viking su Facebook: «Arriveranno tempi ben più difficili di oggi e gli abbacchi di oggi non sono gli Agnelli di ieri».
Gli ultras Juve: «Stavolta è peggio del 2006. Paghiamo le colpe dei luridi esseri della dirigenza»
Gli ultras bianconeri di Drughi, Nab e Viking prendono posizione dopo la penalizzazione di 15 punti alla Juventus per la questione plusvalenze. I tre gruppi organizzati hanno pubblicato un lunghissimo post su Facebook in cui si schierano contro la società e i suoi dirigenti. Il post è sulla pagina Facebook ‘Curva Sud Juventus‘. Ne riportiamo alcuni estratti.
«In questi ultimi anni, la gran parte di quella che oggi fatichiamo a definire la nostra gente ha avallato l’operato di una dirigenza che aveva come unico scopo quello di ridurre la Storia sportiva di una Società leggendaria ad una mera operazione economica, un prodotto da piazzare sui mercati internazionali come una qualsiasi bibita o un marchio di abbigliamento. Il primo passo di questa mercificazione è stato lo stadio, costruito non per farlo diventare la nostra casa ma per creare un posto per clienti da una toccata e via, disposti a spendere l’impensabile per vivere un’esperienza. La Curva, cuore pulsante di ogni squadra, doveva essere spazzata via ad ogni costo, come dimostrano le vicende giudiziarie: già nel 2006 fecero un processo a 8 capi ultras con l’accusa di associazione e dopo 4 anni di udienza arrivò l’assoluzione; poi ci fu ‘Alto Piemonte’, un processo risoltosi anch’esso con assoluzioni per gli ultras dopo aver accostato nomi e cognomi di tifosi alla criminalità organizzata. Infine Last Banner che è in corso e in appello si confida nella giusta assoluzione per i reati contestati! Vittime di questa demonizzazione della curva sono state persone al cui vita è stata rovinata, per sempre».
Gli ultras della Juve ripercorrono le inchieste giudiziarie sulla tifoseria, fino a Last Banner, ancora in corso. Si rammaricano del fatto che tra poco non esisteranno più giovani innamorati dei colori bianconeri.
«La verità è che i 15 punti di penalizzazione, stare fuori dall’Europa e tutto quello che succederà ancora, sono solo la punta di un iceberg rispetto alla reale condanna e da oggi sarà molto difficile che un bambino si innamori di quella Maglia, perché costretto a subirsi una serie di insulti da tutti senza avere la possibilità di difendersi. Ed allora sarà più comodo non indossarla più e tifare altro. Tra 10 anni avremo pochissimi adolescenti che tiferanno per la Juventus e sembra incredibile che non ci abbiano pensato quegli strateghi del marketing, gli stessi che pensano al ricorso e puntano sul fatto che altri siano stati assolti».
Poi ricordano Calciopoli e la mettono a paragone con lo scandalo plusvalenze che ha coinvolto la Juve. Stavolta è peggio, scrivono.
«Questa volta è peggio del 2006. In quel caso eravamo veramente incolpevoli e quanto accaduto è stato figlio di una entità che aveva la necessità di interrompere un dominio sportivo che stava diventando imbarazzante per tutti. oggi no, oggi paghiamo perché questi luridi esseri della dirigenza hanno trattato la nostra Maglia come un oggetto senza anima. Ma una cosa resta intatta, la placida riverenza delle nuove dirigenze, di allora come di oggi, che per ritagliarsi il loro spazio e guadagnare il più possibile accettavano la serie B, allo stesso modo in cui oggi sono pronti a far crollare le azioni, per agevolare l’uscita dalla borsa e vendere più facilmente la nostra Juve a qualche altro faccendiere».
Infine, concludono:
«Arriveranno tempi ben più difficili di oggi e gli abbacchi di oggi non sono gli Agnelli di ieri. La speranza è che la Juventus torni ad avere al fianco quelli ai quali è stato negato l’onore di farlo. non importa entrare nel merito della sentenza, perché non importa sapere dove giocheremo e contro chi. In fondo, il mio calcio e quello dei miei Fratelli è sempre stato un campo ed una Maglia da sostenere: che sia il Bernabeu o il Moccagatta, l’Amore non cambia. Siate sempre orgogliosi di tifare questi colori e da oggi sappiate riconoscere i falsi amici».