Nella gara contro il Psg. Uno fece il saluto nazista, l’altro imitò una scimmia in segno razzista nei confronti di un tifoso nero del Psg
Due tifosi juventini sono stai condannati dal tribunale di Parigi per razzismo dopo la partita al Parco dei Principi dello scorso 6 settembre. I due hanno fatto prima il saluto nazista e poi il gesto della scimmia nei confronti dei giocatori del Psg. Gli imputati erano inizialmente quattro, individuati tramite i social; due sono già stati condannati lo scorso 23 novembre. La pena è l’inibizione dagli stadi francesi, non potranno seguire la Juventus negli spareggi di Europa League contro il Rennes.
Rmc riporta:
“Due tifosi italiani sono stati condannati martedì a Parigi, uno per aver fatto il saluto nazista, l’altro per aver imitato una scimmia, all’interno del Parco dei Principi durante la partita Paris SG-Juventus del 6 settembre. Dopo la messa in onda, sui social, di video riguardanti il parcheggio riservato ai tifosi della Juve, quattro uomini sono stati fermati dopo questa partita di Champions League.
Martedì il tribunale ha condannato uno di loro, un ristoratore, a una multa di 4mila euro e due anni di squalifica dallo stadio per aver fatto il saluto nazista ai tifosi parigini. L’imputato è stato rilasciato per essersi scusato per un crimine contro l’umanità.
“Riproducendo tale gesto, rivolgendosi ad un pubblico che in questo momento considera suo avversario, il suo “nemico” (l’imputato) ha esibito, nel corso di un pubblico evento sportivo, un simbolo di odio che rimanda all’idea di sterminio di massa delle persone”, ha scritto la Corte nella sua decisione.
Un altro tifoso, 19enne al momento della partita, è stato condannato per insulto razzista e una multa sospesa di 1.500 euro per aver mimato l’atteggiamento di un gorilla, in particolare nei confronti di un tifoso nero del PSG. Per il tribunale, “per la natura stessa razzista di (queste azioni), non possono trovare alcuna giustificazione nell’atteggiamento dei sostenitori avversari, dei quali si può immaginare, alla luce del video contestato, che stessero insultando o facendo gesti provocatori”.