Su Repubblica i rapporti dell’Intelligence italiana, i protagonisti del tifo da stadio sono protagonisti in piazza contro le istituzioni
Non è calcio, il fenomeno ultras oggi non riguarda il calcio. È quel che scrivono i rapporti dell’Intelligence italiana oggi ripresi da Repubblica.
Gli ultrà – o più correttamente: alcune frange del tifo organizzato – stanno lavorando da amplificatore di altro. Tanto da convincere le nostre forze di polizia e la nostra intelligence che in gioco non c’è la violenza di una piazza ma un pezzo di sicurezza nazionale. «Le tematiche proprie dei movimenti politici radicali — si legge nell’informativa — trovano una loro collocazione all’interno degli stadi.
«Non a caso è frequente la presenza di ultrà ad alcune delle più importanti iniziative di piazza. I militanti ultrà contigui all’estremismo politico sono infatti soliti infiltrarsi in manifestazioni suscettibili di degenerare in gravi ripercussioni dell’ordine
e della sicurezza pubblica. In tali contesti – continua la nostra Prevenzione – si saldano le istanze contestative del mondo ultrà e delle ideologie radicali in una comune “crociata” contro i simboli e le scelte delle istituzioni».
Convergenze – si legge ancora – che contestano alle diverse anime dell’antagonismo di sfruttare le potenzialità conflittuali delle componenti più radicali del tifo nella prospettava di un rilancio della “lotta antisistema”. Tutto questo si muove in un’area politica molto precisa: quella dell’estrema destra. La stessa all’interno della quale si muoveva l’ultrà arrestato negli scontri di domenica.